Page 51 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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dei due schieramenti.  Questo scopo  poteva essere raggiunto soltanto eli-
           minando anche i più piccoli spostamenti del pendolo del giudizio nei con-
           fronti  di  una  parte o  dell'altra.  Egli  si  era accorto,  infatti,  che la  Santa
           Sede  si  era spinta troppo in avanti  con le  continue e ferme  denuncie di
           quella che senza mezzi termini veniva definita come la "persecuzione" dei
           cattolici ad opera del Terzo Reich. Inequivocabili furono infatti le parole
           che Pio XII ebbe a pronunciare nel messaggio radiofonico che egli indiriz-
           zò  al mondo nell'imminenza della Pasqua, il  13  aprile  1941:  "L'immane
           conflitto  ha,  in parte,  preso forme  di  lotta  da  non poter  essere  designate  che  come
           atroci.  Possano tutti i belligeranti,  che pure hanno cuori umani plasmati in grembo
           di madri, avere viscere di carità per le sofferenze delle popolazioni civili, per le don-
           ne e i bambini inermi, per gli infermi e i vecchi,  esposti sempre in più aperti e forti
           pericoli di guerra che non sul fronte i soldati in armi!". Il Papa non aveva man-
           cato di concludere il suo discorso con un ammonimento di sapore profeti-
           co:  "Alle potenze occupanti paesi durante la guerra,  senza venir meno al riguardo
           loro  dovuto,  diciamo:  la  vostra  coscienza  e il vostro  onore  vi guidino  nel trattare
           le popolazioni delle terre occupate in  modo giusto,  umano e provvido.  Non imponete
           pesi che voi in simili casi avete sentiti o sentireste come ingiusti.  L'umanità prudente
           e soccorritrice  è lode  e vanto  dei  saggi  capitani:  e il trattamento  dei prigionieri  e
           delle popolazioni dei luoghi occupati è il più sicuro saggiatore e indice della civiltà
           degli uomini e delle  nazioni.  Ma più in alto di ciò pensate che la benedizione o la
           maledizione di Dio per la propria patria potranno dipendere dal modo che voi usate
           verso  coloro  che  le  sorti della guerra pongono  nelle  vostre  mani" (l3>.  L'inequivo-
           cabilità della  presa di  posizione stava  nel fatto  che,  a  quella  data,  i  soli
           paesi  occupanti  erano quelli  dell'Asse.

                Donde provenivano i motivi di tale indubitabile sbilanciamento? L'e-
           same accurato e peri.odizzato delle fonti  non consente dubbi. Essi prove-
           nivano dalla difficile situazione in cui veniva a trovarsi la Santa Sede per
           la Polonia. Più fonti indicavano che i cattolici di quella nazione, che era-
           no  all'avanguardia  nella  resistenza  morale  e  culturale  contro  i tedeschi,
           cominciavano a perdere la pazienza per quello che essi giudicavano l'in-
           comprensibile silenzio ufficiale della Santa Sede nei confronti della politi-
           ca di sterminio e di denazionalizzazione praticata dai nazionalsocialisti nei
           loro territori, in misura totale in quelli annessi dire.ttamente al Terzo Reich,



           (13)  Cfr. Pio XII.  La pace.  Atti e messaggi di Pio XII,  a cura di A.  Bozuffi, Roma, Monda-
               dori,  1951, pp.  81-83.


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