Page 46 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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voleva mollare l'osso dell'interferenza nei Balcani e nell'Europa orientale
               che la  Germania  considerava  come suo  Lebensraum.
                    Tra la fine  del  1940 e l'inizio del  1941 cominciò allora a delinearsi
               l'estensione della manovra diplomatica alla Santa Sede. Essa aveva un con-
               tenuto prevalentemente propagandistico: si trattava di far credere all'opi-
               nione pubblica mondiale che la Santa Sede e la Chiesa cattolica avessero
               accettato in pieno o almeno si fossero rassegnate all'ordine che la Germa-
               nia voleva imporre all'Europa e al mondo. Una campagna propagandistica
               si  era scatenata in tale  senso,  dal dicembre  1940, in Spagna e nei  paesi
               di lingua spagnola, coinvolgendo largamente la stampa di quei paesi e su-
               scitando più di una preoccupazione nella Santa Sede, alla quale soprattut-
               to  dispiaceva  il tema dominante di questa  campagna,  che  era  quello  di
               presentare come  pacifica~· ed anzi vantaggiosa la  condizione della Chiesa
               cattolica nel Reich e nei paesi occupati < 1>.  All'inizio del  1941 l'offensiva
               diplomatica del Reich sui confronti della Chiesa cattolica si ampliò in tut-
               te le  direzioni.  Una serie di canards e di ballons d'essai  fu  infatti lanciata.
               La risposta della Santa Sede fu pronta, sviluppandosi in essa due direzio-
               ni. Da una parte ribadì che non intendeva discostarsi dalla linea d' impar-
               zialità fino  allora seguita.  Dall'altra, dimostrò che non intendeva affatto
               accreditare l'immagine diffusa dalla propaganda nazionalsocialista di una
               Chiesa protetta e avvantaggiata dalla politica del Reich.  Nel numero del
               20-21 gennaio 1941, L'osservatore romano fece  sapere che era priva di fon-
               damento la notizia diffusa dalla stampa tedesca secondo la quale le autori-
               tà del Reich avevano dato disposizioni perché fossero in ogni modo facilitati
               i riti natalizi della Chiesa cattolica e,  addirittura, avevano interposto i lo-
               ro buoni uffici perché lo stesso avvenisse nei territori appartenenti o con-
               trollati  dall'Unione  sovietica < 2>.
                    Il governo  tedesco  non intese  però  arrendersi  per  così  poco.  Il  15
               febbraio 1941, il ministro degli esteri Ribbentrop scrisse al rappresentan-
               te ufficiale germanico presso la Santa Sede, von Bergen, la seguente lette-
               ra:  "Apprendo  da fonte  confidenziale  che il Papa,  conversando  con gli alti circoli
               dell'aristocrazia romana,  ha detto che tutti debbono  abituarsi alla certezza di una



               (l)  Cfr. Note di Montini (l  0  gennaio 1941), in ADSS, IV, p. 323; Maglione a G.  Cicognani,
                  16 gennaio  1941, ibidem,  p.  338;  G.  Cicognani a Maglione,  16 gennaio  1941, ibidem,
                  pp.  339-344.
               (2)  Cfr.  anche La civiltà  cattolica,  a.  92  (1941),  vol.  l,  pp.  241-242.


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