Page 38 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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logiche estremamente gravi per il prestigio della Francia. La crisi della pre-
               senza francese e le difficoltà della Gran Bretagna favorirono la nascita di
               un movimento inneggiante all'Asse tra il popolino che ne dava anche una
               versione  ironica  cantando:


                                    "Bale Missiou,  Bale  Mister,
                                     Kellah  bara, haida  Sikter
                                  Bissa n  Allah,  wa  al-ard  Hitler''


               Ossia:  "Basta con i  Monsieur, basta con i Mister l andatevene, sparite l
               Allah  regna  nei  cieli  e Hitler  sulla  terra" < 10>.
                    Si trattava evidentemente di un desiderio collettivo di ironizzare sul-
               la situazione in cui si trovavano coloro che erano stati fino ad allora i do-
               minatori assoluti della scena politica, ma episodi di questo genere possono
               essere anche la risposta e l'eco alle trasmissioni radiofoniche dell'Asse di-
               rette ai Paesi arabi. D'altra parte le reazioni britanniche e golliste avevano
               unicamente lo scopo di preparare ad un'eventuale conquista militare del
               Levante usando come pretesto l'ingerenza militare e politica dell'Asse nel-
               la regione. Invano le autorità italiane diffusero delle smentite: furono tut-
               te interpretate come delle conferme di propositi militari e politici. Il clima
               si deteriorerà rapidamente e il cambiamento dell'Alto Commissario di Fran-
               cia, con la nomina di Dentz al posto di Puaux, sarà visto come prova alla
               vigilia di una crisi provocata dagli anglo-gollisti per giustificare un attac-
               co nel Levante. La posizione italiana diventa più ferma riguardo all'appli-
               cazione in Siria e in Libano delle  clausole dell'armistizio franco-italiano,
               ma la reazione di Vichy non si fece attendere con una richiesta dell'ammi-
               raglio Duplat che metteva in questione la stessa presenza delle  Commis-
               sioni di armistizio, considerata una provocazione:  "Questa,  in effetti, dà agli
               Inglesi un pretesto d'intervento  adducendo delle  mire italiane sul Levante;  ostacola
               la  nostra propaganda  avviata allo scopo  di  ridurre all'obbedienza del governo  gli
               spiriti vacillanti; fa infine dubitare gli autoctoni della nostra sovranità e del futuro
               del mandato francese in Siria ... ". La conclusione, che suscitò lo stupore delle
               autorità italiane,  fu  la  richiesta del  ritiro- della  Commissione  italiana  di
               controllo, ritiro che avrebbe potuto dimostrare agli occhi di Vichy che l'Asse
               non aveva scopi politici in questo settore. E Vichy si sbagliava, poiché non



               (10)  Questo ritornello popolare è citato da M. C. Davet, La double affaire de Syrie,  Parigi,
                   Fayard,  1967,  p.  63.


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