Page 36 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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unitamente alla cieca ignoranza che si aveva della vera realtà rappresentata
               dal fascismo e dal nazismo, spingevano eminenti personalità arabe a credere
               che la vittoria contro l'Inghilterra non poteva che portare a quell'indipen-
               denza che l'Asse aveva  promesso  nella sua solenne dichiarazione ai  Paesi
               arabi il 5 dicembre 1940. Questi contenuti erano stati diffusi insistentemen-
               te attraverso Radio-Bari, Radio-Roma e Radio-Berlino e rilanciati con una
               dichiarazione  congiunta  italo-tedesco-giapponese  il  l  gennaio  1941.
                                                                 0
                    L'interesse dell'Italia verso il Levante si realizzava così attraverso l'i-
               deologia,  e l'attenzione che la questione di Alessandria aveva  provocato
               in Italia poteva provare agli  occhi  dei  nazionalisti siriani e libanesi che
               lll; sconfitta della Francia avrebbe creato le condizioni ideali per realizzare
               il vecchio sogno d'indipendenza, obiettivo che anche il Fronte Popolare,
               che si dichiarava antimperialista, non era riuscito a concedere ai naziona-
               listi  arabi.
                    In questo  spirito la  propaganda fascista  presso gli  arabi si  serviva
               della carta del Nuovo .Ordine,  nel quale far rientrare l'indipendenza dei Paesi
               sottoposti al controllo più o meno diretto di Londra e di Parigi. Evidente-
               mente l'ardore dei nazionalisti arabi, siriani e libanesi, egiziani e irache-
               ni,  palestinesi e transgiordani verso l'idea di un grande sconvolgimento
               geopolitico nel Medio Oriente, che si fondava sulla sconfitta dei due Stati
               imperialisti, Francia e Gran Bretagna, faceva il gioco dei fascisti. È chiaro
               che questi nazionalisti profascisti dimenticarqno in quel momento le con-
               dizioni di vita  politica degli  Arabi  che vivevano  sotto il giogo  coloniale
               italiano ed avevano completamente rimosso quale fine era toccata al fon-
               datore del nazionalismo libico, Ornar al-Muktar, impiccato dai fascisti  il
               16 settembre  1931  per aver  rivendicato l'indipendenza della  sua terra.
               Questi nazionalisti ignoravano anche che il discorso del fascismo sui futu-
               ri rapporti di Roma con i popoli del Mediterraneo non prevedeva in al-
               cun modo il riconoscimento di una vera e propria indipendenza dei futuri
               Stati arabi, ma, anzi, li faceva entrare in un'orbita di dipendenza politica,
               ideologica ed economica  dell'Asse,  o meglio  dire,  dell'Italia.
                    Il discorso italiano si fonda sulle premesse di una rivendicazione ge-
               nerale della responsabilità politica e di adesione alle tesi nazionaliste nella
               loro lettura anti-francese e ami-inglese:  il regime moltiplica le apparenze
               rinnovando dei centri di studio i quali, anche se dispongono di valide tra-
               dizioni, divengono anche strumenti di propaganda. Oltre alla seria e ben
               nota rivista "Oriente moderno" dell'Istituto per l'Oriente di Roma, sarà
               pubblicato, a partire dal 29 dicembre  1940, un secondo periodico dello
               stesso  Istituto,  il  bimensile  "Mondo Arabo"  che  darà  alla  propaganda



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