Page 238 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA  FRANCIA  COMBATIENTE  E  L'ITALIA                             237

               cupa  dell'intenzione  americana  di  lasciare  i  prigionieri  sotto  la  guardia
               di se stessi con libertà di movimento durante la giornata. Il Comandante
               del battaglione del 2 ° Fucilieri algerini messo a disposizione degli america-
               ni  a Saint-Denis-du-Sig, viene perfino invitato ad una cerimonia di alza-
               bandiera  degli  Alleati  nella  quale  potrebbe  essere  presente  la  bandiera
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               italiana. 0 >
                    La  differenza  di  trattamento fra  i prigionieri sotto  controllo alleato
               o francese, crea malcontento -  giustificato secondo il parere dei militari
               francesi -  che causa una recrudescenza di evasioni e soprattutto un rilas-
               samento  nel lavoro segnalato,  a  partire dalla  data dell'armistizio,  da  nu-
               merosi datori di lavoro. Questa discriminazione crea malcontento anche
               fra i fucilieri. Pertanto, in Marocco, il Comandante del 7° Fucilieri maroc-
               chini ne chiede il ritiro immediato dal campo di prigionia di Ber Rechid,
               dal momento che i suoi fucilieri  non possono sopportare di vedere i pri-
               gionieri italiani beneficiare dei viveri americani mentre loro sono ridotti
                                                                            7
               ad  accontentarsi  delle  magre  razioni  dell'Intendenza  francese.0 l
                    Questi diversi episodi riferiti dal comando locale, dalla polizia terri-
               toriale o dalle associazioni patriottiche, inducono il generale Giraud a ri-
               volgersi  ufficialmente  alla  sezione  di  collegamento  presso  l'Alli  ed  Force
               Headquarters in questi termini: "Le circostanze della guerra hanno porta-
               to a trattare una parte dell'Esercito italiano in maniera particolare. Sareb-
               be desiderabile per il morale dell'Esercito francese,  che le  manifestazioni
                                                                                   8
               di  tale  situazione  non  siano  evidenziate  sul  territorio  nordafricano" .0 l
                    Il 6 novembre, il Capo di Stato Maggiore Generale se ne fa  portavo-
               ce  presso il Commissario alla Difesa nazionale con riferimento al morale
               dell'Esercito.
                    "Da questi fatti, sembra risultare che l' a<Jozione di una posizione di
               cobelligeranza da parte del governo Badoglio induca i nostri alleati ameri-
               cani a dimenticare l'ostilità recente e li porti ad una benevolenza, peraltro
               già  consigliata  dal  loro  temperamento  eccessivamente  generoso.

                    Noi  non  possiamo  accettare  questo  punto  di  vista  avendo  sofferto
               crudelmente, in Tunisia e sul territorio metropolitano, per la presenza e per
               gli atti delle truppe italiane. Nessun armistizio e nessun accordo ufficiale
               tra la Francia e l'Italia ha, d'altronde, posto fine alla guerra tra i due paesi.



               (16)  Messaggio espresso del Generale comandante il  19° CA (EM-2"  bureau) al Gene-
                   rale,  CEMGG  (Cabinet)  in  data  24  ottobre  1943.
               (17)  Lettera  n.  1754  EMGG/2  del  6  novembre  1943.
               (18)  Lettera  n.  3677  EMP-2  del  1°  novembre  1943.









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