Page 239 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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238 PAUL GAUJAC
L'Esercito (e la popolazione civile) considera i militari italiani come
nemici e accetta con difficoltà il trattamento, imposto dall'amministrazione
americana dei prigionieri, per esso esercito discriminante e umiliante" .09)
Allo scopo di rispettare la sovranità francese e di assicurare l'ordine,
francesi e Alleati giungono a fine dicembre ad un accordo: l'applicazione
delle misure decise dal comando alleato locale sarà subordinata all'appro-
vazione delle autorità francesi locali che dovranno dar prova di tutta la
comprensione possibile informando nello stesso tempo i loro interlocutori
circa le necessità della situazione locale del momento.
La stessa ostilità- manifestata ancora nel 1945 in numerosi docu-
menti- induce il CFLN a rifiutare già dall'ottobre 1943le eventuali do-
mande di arruolamento di prigionieri italiani nelle forze alleate, peraltro po-
co numerose. Queste domande pervengono, per la maggior parte, dai campi
di Mecheria e di Salda. Per quanto riguarda quest'ultimo campo (nel quale
sono presenti 997 ufficiali di tutti i gradi), secondo il rapporto del Coman-
dante rivolto il 5 ottobre alla divisione di Orano e riportante le valutazioni
del Capo del campo italiano: "Circa il cinquanta per cento degli ufficiali
si arruolerebbe con entusiasmo, il dieci per cento, in particolare gli ele-
menti giovani imbevuti di dottrine fasciste, si opporrebbe, il quaranta per
cento, che costituisce la massa, seguirebbe la tendenza prevalente.
Tale valutazione sembra un po' troppo ottimista per quanto riguar-
da la prima categoria; è senz'altro ispirata dal desiderio dell'autore (del
memorandum) di vedere realizzate le sue aspirazioni e di avvicinarsi alla
liberazione.
A mio parere, la percentuale di ufficiali veramente desiderosi di com-
battere al fianco degli Alleati tocca al massimo il 20-25 per cento" .< 20 l
È l'epoca durante la quale il CFLN protesta contro la confusione che
caratterizza la politica anglo-americana verso l'Italia e giudica pericolosa
la cobelligeranza.
È anche l'epoca in cui vengono studiate le misure da prendere rispet-
to all'Italia per quanto riguarda la sicurezza francese e in cui vengono pre-
cisate le rivendicazioni territoriali sui confini delle Alpi, della Libia e
dell'Eritrea, nella prospettiva del dopoguerra.
(19) Lettera n. 1754 EMGG/2 del 6 novembre 1943.
(20) Lettera n. 314/D del Comandante del deposito dei P.G. n. VI 0 .1. trasmettente
un memorandum relativo all'impiego eventuale dei prigionieri di guerra italiani,
del quale il generale Gelich chiede la trasmissione al Comandante in Capo degli
eserciti alleati.
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