Page 275 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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               della  difesa  contraerea; <9 l  la  reazione assunse  forme  più complete e l'o-
               pinione pubblica fece  carico  direttamente al  Governo  di  non  sapere  re-
               spingere gli  attacchi  nemici  e  di  non  sapere aiutare  in maniera  efficace
               coloro che erano stati sinistrati dalle incursioni nemiche.<95)  Su queste con-
               dizioni dello  spirito pubblico avevano dunque sensibilmente influito,  ol-
               tre allo  sfavorevole andamento delle operazioni militari -  nonostante il
               continuo tono trionfalistico delle  dichiarazioni ufficiali e della stampa di
               regime, -  anche lo stato di disagio in cui tutta la cittadinanza era venuta
               a  trovarsi  per  effetto  dei  danni  subiti  dalle  incursioni  aeree  nemiche.
                    In effetti l'organizzazione centrale e periferica statuale non riusciva
               a compensare almeno in parte gli  effetti disorganizzativi e distruttivi dei
               bombardamenti e lo  spirito pubblico continuava a mantenersi molto de-
               presso. Gli stessi pressanti inviti allo  'sfollamento', grave problema socia-
               le,  irritavano le classi meno abbienti le quali vedevano con poca simpatia
               l'allontanamento di quelli che avevano la possibilità economica di tradurre
               in atto quel continuo incitamento che, provenendo dalle più alte autorità
               dello Stato, aveva naturalmente suscitato un generale profondo giustifica-
               to stato d'allarme. Di conseguenza poco favorevolmente era stata commen-
                                                                      6
               tata la  dichiarazione fatta  dal Duce,  il  2 dicembre  1942: <9 l  nell'invitare
               la  popolazione  ancora  riluttante  a  lasciare  le  grandi  città per  evitare  di
               patire i bombardamenti, Mussolini aveva ricordato con parole dure l'av-
               vertimento da lui  dato fin  dal lontano  1938  di  decongestionare le  città.
               La  maggioranza della popolazione si  chiedeva quali provvedimenti fosse-
               ro stati attuati dal governo per agevolare tale auspicato sfollamento anche
               ai meno abbienti e per garantire quelli che,  legati alle città da ragioni  di
               lavoro o  di  interesse,  non potevano trasferire altrove la  propria attività.
               Tutto sembrava dunque rimasto sempre allo stato di progettazione e quel



               (94)  Per notizie dettagliate sull'organizzazione della contraerea si veda in questa collana
                   di  studi,  M.  Cuzzi,  "I bombardamenti  delle  città  italiane e l'UNPA",  L 'Italia  in
                   guerra, II anno, Roma, 1992, p. 173-183; per la difesa del territorio e la contraerea,
                   si  veda  di  N .  della  Volpe,  Difesa  del  Territorio  e protezione  dell'esercito.  1915-1943,
                   Roma,  1986.
               (95)  Cfr. ACS, SPD, CR, b. 174, f. 43: Relazioni ... , cit. prom. per il Duce, 31-12-1942.
                   Lo schema di tali relazioni era fisso: l. ordine e pubblica sicurezza; II.  attività sov·
                   versiva  e antinazionale;  III. situazione politica;  IV. impressioni e commenti  sulla
                   situazione interna; V.  attività del clero; VI.  spirito pubblico. V.  anche S.  Colarizi,
                   L'opinione  degli  italiani sotto  il regime.  1929-1943,  Bari,  1991,  p.  395  e  sg.
               (96)  Il discorso, pronunciato a Montecitorio il  2 dicembre 1942, fu  pubblicato da tutti
                   i  quotidiani  dell'epoca.  È anche  riportato  quasi  integralmente  in  C.  De Simone,
                   cit.,  p.  32-34.









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