Page 276 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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I BOMBARDAMENTI SULLE CITIÀ ITALIANE 275
poco che era stato fatto - si affermava - era dovuto esclusivamente al-
l'iniziativa dei singoli. E anche dove, come per Milano agli inizi del 1943,
lo sfollamento era già massicciamente in atto e proseguiva, con rapidità,
da molti si giudicava compromessa la difesa delle abitazioni civili in con-
seguenza dell' assensa di uomini validi, con ulteriori critiche al sistema.
Lo sfollamento infatti creava, tra l'altro, facili condizioni per reati contro
il patrimonio, sia per le abitazioni private che per i commerci e gli istituti
di credito, maggiormente quando in particolare questi ultimi erano colpi-
ti dalle bombe. Il divieto agli iscritti al P .N.F. di lasciare la città pena l'e-
spulsione dal partito stesso, era stato accolto generalmente come misura
opportuna in sé, ma in concreto di limitata efficacia, poiché troppi aveva-
no presentato ragioni tali da far apparire indispensabile la loro perma-
nenza presso la famiglia sfollata.
Le violente incursioni aeree nemiche dei primi mesi del 1943 aveva-
no fatto riaffiorare una quantità di problemi, connessi alla vita stessa del-
le città, che le competenti autorità non affrontavano, nell'opinione generale,
secondo un piano e un criterio organico. E conseguentemente anche la si-
tuazione economico-sociale agli inizi del 1943 permaneva sempre più de-
pressa. Nell'Italia settentrionale, per i danneggiamenti subiti in seguito
alle incursioni, molte industrie avevano ridotto o addirittura sospeso ogni
attività. Era in quel periodo in corso il trasferimento di molte di esse in
altri centri urbani delle province del Nord dove la ripresa del lavoro avrebbe
peraltro potuto assorbire anche un certo numero di sfollati: per esempio,
nella sola provincia di Torino nel mese di dicembre 1942 vi erano 3085
disoccupati di cui solamente 119 nell'agricoltura; l'industria produceva
il più alto numero di senza-lavoro ed era quindi necessario riassorbire la
mano d'opera il più rapidamente possibile, anche per motivi di ordine
pubblico, oltre che di mantenimento del livello della produzione industriale
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nazionale. <9 )
Nella provincia di Milano, così come nelle altre città del Nord d'Ita-
lia, altra grave incognita della situazione era ritenuta la rinnovata offensi-
va aerea del nemico, sulla violenza della quale non si nutriva alcun dubbio:
"il morale della popolazione ha sensibilmente risentito degli effetti dell'in-
cursione aerea nemica del 14 corrente che ha apportato molte vittime e
ingenti e estesi danni. Si lamenta che la difesa contraerea della città manchi
(97) ACS, SPD, CR, b. 174, f. 43, prom. per il Duce 31-1-1943.
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