Page 277 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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276 MARIA GABRIELLA PASQUALINI
quasi totalmente della caccia, l'unica arma veramente idonea a abbattere
gli apparecchi di bombardamento. È diffusa la persuasione che Milano
sarà ancora attaccata dal nemico, che intende paralizzare completamente
l'attività produttiva. (98)
Si pensava al riguardo che, se i risultati dei bombardamenti anglo-
americani fossero stati pari a quelli fino a quel momento conseguiti a To-
rino e a Genova, tutta l'industria e il commercio avrebbero potuto risentire
di ulteriori gravissimi danni materiali, senza tenere conto delle conseguenze
catastrofiche di carattere psicologico sulla popolazione.
Spesso l'arrivo di forti contingenti dell'artiglieria contraerea tedesca
aveva alquanto risollevato la speranza dei più che si potessero attenuare
le conseguenze delle incursioni aeree nemiche; tuttavia la maggioranza della
popolazione, che aveva continuamente espresso riserve sulla nostra con-
traerea non certo efficiente, ricordando i danni subiti da diverse città te-
desche pur molto ben difese, non era particolarmente ottimista nei confronti
del futuro, poiché la superiorità aerea anglo-americana poteva far ragio-
nevolmente prevedere ulteriori incursioni con un notevolissimo numero
di aeroplani, anche a costo di notevoli perdite.
Dopo il turbamento causato dalle offese aeree nemiche il ritmo della
vita andava spesso gradualmente riprendendo, man mano che le autorità,
per una parte ma soprattutto lo spirito di organizzazione dei singoli risol-
vevano, sia pur parzialmente, i numerosi problemi sorti dalla nuova si-
tuazione. Se l'arrivo delle truppe germaniche della specialità contraerea
a Genova come a Milano, aveva destato al momento, in tutti un certo sen-
so di sicurezza, allo stesso tempo l'orgoglio nazionale ne era stato colpito
e il fatto aveva contribuito in parte all'ulteriore depressione dello spirito
pubblico.
Vi erano zone, come per Genova, ove gli effetti delle incursioni ne-
miche assai gravi per il numero delle vittime e per le distruzioni di caseg-
giati, erano stati invece molto limitati, per ciò che riguardava le importanti
zone industriali pur essendo state distrutte e danneggiate numerosissime
aziende industriali, come i Cantieri del Tirreno e le Officine Allestimento
Riparazioni navi e in altre zone cittadine danni molto gravi avevano sof-
ferto gli impianti Radio Marconi, la fabbrica di biscotti Saiwa, la fonderia
dell'acciaio e il reparto modellisti dello Stabilimento Campi della Società
(98) Ibid.: Relazione sulla provincia di Milano, febbraio 1943.
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