Page 281 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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presto fare eseguire le riparazioni; - restituire alla città gli uffici e gli
enti temporaneamente trasferiti in altri centri, in modo che il pubblico
non sia costretto a recarsi in vari paesi per ottenere documentazioni; -
disporre che gli esercenti delle botteghe di taluni generi necessari, siano
obbligati a tenere aperti gli esercizi, sotto pena del trasferimento della li-
cenza ad altri che s'impegnino a farli funzionare".003l
Ma dappertutto in Italia si segnalava che nonostante le disposizioni
impartite e le esortazioni rivolte agli interessati, le case rimanevano vuote,
i servizi erano deficitari e soprattutto le riparazioni dei fabbricati danneg-
giati dalle incursioni aeree andavano molto a rilento, perché i padroni di
casa nella quasi generalità quand'anche avevano la disponibilità economi-
ca, non intendevano iniziare i lavori senza la preventiva autorizzazione
della spesa da parte del Genio civile e perché le poche ditte incaricate dal-
lo stesso Genio civile non volevano sottostare ai prezzi corporativi di co-
struzione imposti dal governo, in quanto i prezzi di mercato dei materiali
edili erano molto più elevati: quanto disposto dalle autorità non collima-
va mai né con le leggi di mercato né con le reali possibilità offerte dalla
situazione, anche perché molto spesso gli organi statali preposti non ave-
vano il controllo della situazione né l'autorità di far rispettare quanto de-
cretato. Vi era poi il grave problema dell'affitto degli alloggi e dei contrasti
tra padroni di casa e affittuari sfollati che non volevano più pagare il fitto
né liberare le case, perché volevano poter contare sugli alloggi al momen-
to che fossero tornati nelle loro città; peraltro veniva data agli sfollati la
posibilità di subaffittare l'appartamento momentaneamente non occupa-
to per esigenza di sfollamento, ma il tutto si riduceva molte volte ad una
illecita speculazione, non riconducibile a un effetivo interesse pubblico.
Le stesse riduzioni di fitto disposte per i sinistrati, ufficialmente imposte
dalle autorità non venivano di fatto attuate, così come tante altre previ-
denze e provvidenze di legge per far fronte alla situazione sociale di soffe-
renza venivano disattese.
I problemi dunque erano molti e vari: l'indennità giornaliera da 22
lire a 60 lire corrisposta ai dipendenti pubblici sfollati insieme ad una
mensilità di stipendio non risolveva comunque i problemi monetari della
vita quotidiana, connessi ai disagi dello sfollamento e del pendolarismo,
e comportava lungaggini e risentimenti tra la popolazione, legati alla con-
(103) Ibid., promemoria dell'll·l-1943.
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