Page 278 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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I  BOMBARDAMENTI  SULLE  CITTÀ  ITALIANE                          277

             Italiana Acciaierie di Cornigliano, nel complesso, però il potenziale indu-
             striale  della  provincia  ligure,  almeno  nella  prima  metà  del  1943,  non
             aveva  sofferto  notevoli menomazioni e,  salvo  i casi  citati,  anche il  ritmo
             produttivo delle  industrie  non  ne  aveva  troppo  risentito.  Pertanto le  ri-
             percussioni delle offese aeree nemiche sull'occupazione operaia e sull'atti-
             vità lavorativa in genere, per il quadrato industriale di Genova, erano state
             poco sensibili, anche perché le maestranze licenziate dai pochi stabilimen-
             ti distrutti erano state in massima parte assorbite da ditte similari o  tra-
             sferite in altre sedi  assieme  agli  impianti  recuperati.  Nel periodo in cui
             le incursioni a Genova erano state più frequenti e più deprimenti gli effet-
             ti,  il  comportamento  delle  maestranze  operaie era  stato  soddisfacente  e
             le  assenze  dal lavoro  erano state contenute  entro  limiti generalmente  ri-
             stretti;  a tal riguardo- notava il  'mattinale' dell'arma del  31-12-1942 <99)
             -  avevano fatto  però eccezione i laboratori e gli stabilimenti con preva-
             lenti  maestranze femminili: il  promemoria  però  non  dava  spiegazioni  o
             interpretazioni di questo comportamento. Come esempio di quanto pote-
             va essere concretamente fatto per migliorare concretamente tutta la situa-
             zione post-bombardamenti, in alcuni 'mattinali' fu  dato particolare rilievo
             ai  comportamenti  del  gruppo  di  stabilimenti  Ansaldo  che  occupavano
             25 000  unità  tra  operai  e  impiegati:  le  assenze  del  giorno  successivo  ai
             bombardamenti più distruttivi del dicembre 1942-marzo 1943, erano state
             del  12 %, percentuale molto bassa se  si  considera che l'aliquota normale
             degli assenti si aggirava intorno al4 % ; molti lavoratori infatti si ripresen-
             tavano normalmente al lavoro in varie ore nella stessa giornata. L'apprez-
             zabile risultato era stato ottenuto, secondo la valutazione che ne dava l'Arma,
             dall'azienda stessa sia perseguendo i casi isolati di debolezza e di panico,
             sia andando incontro con numerose provvidenze alle necessità del perso-
             nale:  implicitamente si  contrapponeva quanto fatto  all' Ansaldo,  privata-
             mente,  a  quanto  non  riusciva  a  essere  attuato a  livello  di  autorità locali
             e centrali. Per mezzo delle sue opere sociali, infatti, l' Ansaldo aveva assi-
             stito i propri dipendenti sinistrati, provvedendo direttamente al trasporto
             delle masserizie e alla  corresponsione di sussidi, assicurandosi dunque la
             possibilità e la collaborazione delle maestranze e delle loro famiglie in mo-
             menti così difficili per la vita quotidiana e per i risultati della produzione
             industriale. ooo)



              (99)  ACS,  SPD,  CR,  b.  174,  f.  43.
             (100)  Ibid.









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