Page 279 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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278 MARIA GABRIELLA PASQUALINI
Al Sud d'Italia la situazione era forse più difficile che al Nord, anche
per una condizione economica obiettivamente più complessa, già prece-
dentemente all'entrata in guerra. Nella città di Napoli, a tutti i problemi
della vita quotidiana in tempo di guerra, si aggiungevano la minaccia del-
le incursioni aeree e le privazioni alimentari. Lo stato d'animo della popo-
lazione già depresso, si era aggravato sensibilmente già nel mese di dicembre
1942 a seguito delle due violente incursioni subite dalla città di Napoli,
- prologo di quelle ancora più distruttive che si sarebbero attuate per
tutto il 1943, come precedentemente ricordato - incursioni che furono
causa di disorganizzazione e disorientamento anche per quelle famiglie che
avevano sfollato dalla città partenopea nelle campagne vicine; secondo
l'opinione generale della cittadinanza, i problemi dello sfollamento e dei
ricoveri antiaerei non erano stati presi dall'autorità in quella seria consi-
derazione che il momento contingente suggeriva e si osservava con ama-
rezza che dal giorno in cui il Duce aveva pronunciato il già ricordato
discorso del 2 dicembre 1942 sull'andamento della guerra e consigliato
con decisione e durezza lo sfollamento, nessun provvedimento veramente
efficace era stato preso dalle autorità competenti, malgrado la locale Fede-
razione fascista avesse istituito, come nelle altre città, un ufficio per l'assi-
stenza agli sfollandi. Inoltre, la provincia di Napoli era in una situazione
economica molto difficile, più che nelle altre città del Nord: già nel di-
cembre 1942, per esempio, contava un totale di 20 325 disoccupati di cui
solo 281 nel settore dell'agricoltura, numeri che si aggravarono sensibil-
mente durante il corso del 1943: non vi era certo un tessuto industriale,
fuori delle città, che potesse assorbire mano d'opera e quindi la presenza
di numerosi disoccupati rendeva assolutamente precarie le condizioni di
vita della popolazione.
A Roma le conseguenze dei bombardamenti nell'Italia settentrionale
e meridionale influivano in modo molto diretto sullo spirito pubblico. Il
frequente ripetersi delle incursioni aeree nemiche su Biserta, Tunisi, da
una parte, e Cagliari, Palermo e Napoli dall'altra, destavano vive preoc-
cupazioni anche perché molti le consideravano a ragione come il preludio
di una vasta azione tendente a preparare lo sbarco in qualche punto della
costa tirrenica. Vi era altresì chi pensava a uno sbarco simultaneo anglo-
americano in Sicilia ed in Grecia: " ... tal uni credono addirittura che i fre-
quenti bombardamenti delle nostre città meridionali e insulari preludano
ad uno sbarco sulle coste occidentali italiane; altre invece spiegano l'atti-
vità aerea nemica con la necessità di facilitare le operazioni in corso in
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