Page 326 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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l 'INDUSTRIA BELLICA PRIMA DELL'OTTO SETTEMBRE 325
rare che se il 1943 non sarà l'anno decisivo, sarà quello in cui si ve-
drà da che parte sta per pendere la bilancia. Le cifre del programma
sono imponenti, ma occorre fare al più presto la massa occorrente.
Si tenga presente che sarebbe meglio averla entro il 1943 e meglio
ancora nel I semestre 1943 [ ... } .
Omettiamo la citazione della parte relativa alla Marina da guerra e
mercantile che confermava appieno le decisioni dello Stato Maggiore del-
la Regia Marina, già ricordate. Occorre tuttavia fare alcune osservazioni.
Per quanto riguarda la Regia Marina, la costruzione dei sommergi-
bili doveva riguardare tipi diversi da quelli in uso, del tutto obsoleti come
prestazioni e armamento rispetto a quelli germanici, in ossequio all'im-
pietoso confronto fornito dall'ammiraglio Riccardi. Tutta via l'accoglimento
dei suggerimenti tecnici dati dal Sottosegretario di Stato per la Marina,
giustificava automaticamente le «diaboliche metafisiche» degli organi tec-
nici della Regia Aeronautica. È molto probabile, infatti, che Mussolini al-
ludesse alle traversie del Cant.Z.1018 e dei bimotori Caproni della serie
Ca.310 e derivati, modelli sottoposti entrambi a radicali modifiche in se-
guito alle richieste dello SMA.
Il Capo del Governo dimenticava, infatti, che il bombardiere dei can-
tieri di Monfalcone era stato proposto con l'armamento di caduta dispo-
sto verticalmente nel vano bombe, collocazione già utilizzata sull'S. 79 per
ridurre le dimensioni della fusoliera e migliorare le prestazioni velocisti-
che, ma bellicamente inaccettabile, come più volte rilevato durante la guerra
di Spagna, per l'elevata imprecisione degli ordigni sganciati. A ciò si ag-
giunse la difficile messa a punto dei motori via via proposti per l' aeropla-
no e l'impreparazione dei Cantieri riuniti dell'Adriatico di fronte alle
costruzioni interam~nte metalliche. La somma di tutti questi fatti, dalla
riprogettazione delle sistemazioni in fusoliera all'organizzazione delle offi-
cine per il nuovo tipo di costruzione, non disgiunti dalle modeste presta-
zioni ottenute alle prove di volo, ritardò l'inizio della produzione in serie,
dando così spazio a nuove richieste di adattare il velivolo alle esigenze che
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emergevano dalla guerra in corso.< >
Fuorviante risulta, poi, la storia dei bimotori studiati dalla CAB. Di-
screti velivoli, prescindendo dall'affidabilità dei motori via via proposti,
(25) Venne infatti richiesto lo studio di una versione aerosilurante, una da caccia not-
turna, un'altra anticarro, per non dimenticare l'adattamento al tiro in semi-tuffo
con l'adozione di una nuova ala e diverse sistemazioni interne ed esterne.
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