Page 413 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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412 GIUSEPPE CONTI
Per non parlare della pericolosa delusione che avrebbe prodotto nel-
l'ambiente militare e presso la pubblica opinione il dover constatare che,
mentre venivano accampate mille difficoltà per giustificare la mancata cre-
scita della nostra partecipazione alle operazioni si chiedeva ai nostri re-
parti di rinunciare alle proprie armi " ... per aumentare l'armamento dei
partigiani iugoslavi, affinché questi possano impegnare il-maggior nume-
1
ro possibile di divisioni tedesche" .0 >
In questa fase Messe ricorse a tutti gli argomenti che riteneva potes-
sero convincere gli interlocutori che la strada scelta con gli italiani era sba-
gliata: sostenne che gli alleati non potevano non avere interesse per un
forte Esercito italiano ricostruito, capace di garantire le spalle alle loro trup-
pe avanzanti; sottolineò con orgoglio che era ritornato dalla prigionia " ... per
collaborare con gli alleati non soltanto mediante scaricatori ... "; avendo
a che fare con i britannici non esitò a toccare le corde del sentimento, assi-
curando che gli italiani si sarebbero battuti bene contro i tedeschi, così
come avevano fatto in Africa dove gli uomini della l a Armata erano stati
fieri avversari dei britannici. Una realtà riconosciuta in più occasioni da-
gli ex nemici i quali, come il generale Duchesne nel caso al quale stiamo
facendo riferimento, mostravano grande rispetto per chi li aveva combat-
tuti lealmente. Riconoscimenti morali dunque, e promesse per il futuro,
ma per il momento non molto di più. O Z)
Alla fine di dicembre, a pochi mesi dall'armistizio era ormai chiaro
anche ai più ottimisti se davvero la nostra sorte futura doveva dipendere
dall'apporto bellico dato alla causa alleata, c'era poco da stare allegri. La
logica che inizialmente aveva ispirato i rapporti con gli alleati andava esat-
tamente rovesciata, come aveva a suo tempo intuito Utili: non soltanto
il futuro trattamento che ci sarebbe stato riservato al tavolo della pace non
era da mettersi in relazione ai nostri sforzi operativi presenti, ma anzi l' ar-
gomento andava accuratamente taciuto. Si comprese che occorreva mette-
re da parte le fantasie, rimboccarsi le maniche e prepararsi a pagare per
intero il "biglietto".
(31) Cfr. Il verbale della riunione di Santo Spirito di Bari del 20 dicembre '43 alla quale
presero parte Badoglio e Messe per la parte italiana e, tra gli altri, Eisenhower e
Alexander per gli alleati. Il testo del documento è l'allegato n. 9 del nostro Il Primo
Raggruppamento Motorizzato, cit., al quale rinviamo per l'intera vicenda, p. 39 e sg.
Una copia identica (fatta eccezione per le brevi "Impressioni complessive" presen-
ti nella versione italiana) del verbale in lingua inglese, è presso il Pubblic Record
Office, WO, 178/66, War Diary of Military Mission to Italia n Army, appendix "E l " .
(32) Le citazioni sono tratte dal "Verbale" del colloquio fra Messe, Duchesne, presente
Berardi, il 7 dicembre '43 in Brindisi, cfr. A.U.S.S.M.E., HlO, b. 11.
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