Page 50 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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50 RENATO SICUREZZA
La preparazione degli uomini e dei mezzi è necessariamente lunga e
non è quindi possibile eseguire queste operazioni con maggior fre-
quenza.
Azioni con gruppi di guastatori: Il personale è pronto; è in corso lo studio
di obiettivi costieri.
b) - Operazione studiata ma non attuabile:
Incursione con incrociatori e et. contro il traffico nemico sulle coste del N.
Africa. Potrebbe dare notevoli risultati; ma troppi elementi negativi
si oppongono:
• la pratica impossibilità di realizzare la sorpresa e quindi il successo;
• la sicurezza di esporre le unità ad attacchi aerei in massa, dai quali assai
difficilmente potrebbero sfuggire, offrendo così al nemico occasione
di un successo tanto facile quanto clamoroso;
• il forte consumo di nafta, non sopportabile nelle attuali disponibilità.
3. - CONCLUSIONI SULLE POSSIBILITÀ MATERIALI E SULLE CON-
DIZIONI MORALI
Nonostante il logorio di tre anni di guerra combattuta sempre oltre-
mare, nel continuo sforzo di superare la diretta antagonista che è la Mari-
na più potente del mondo, la nostra Marina avrebbe oggi ancora buone
possibilità di azione se la situazione aerea fosse nettamente diversa da quella
che è.
Nelle condizioni attuali possiamo solamente mantenere le forze effi-
cienti pronte a reagire contro un probabile e prossimo tentativo di invasione:
compito difensivo, che deve essere svolto a qualunque costo - e lo sarà.
Azioni offensive con mezzi insidiosi saranno tentate: non avranno però
grande portata e comporteranno perdite che incideranno direttamente sui
compiti difensivi.
Non è l'animo che manca. In tutti i recenti incontri con il nemico
i Comandanti hanno dato prova quasi sempre a costo della vita, del più
alto spirito aggressivo: per citare solo gli ultimi episodi, il Perseo, di 600
tonn. si è gettato decisamente contro quattro cacciatorpediniere inglesi di
1800; il Cigno e il Calliope, anch'essi di 600 tonnellate, hanno impegnato
due cacciatorpediniere di l 700 infliggendo danni maggiori di quelli rice-
vuti; il Castore ha efficacemente difeso, prima di affondare, il proprio
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