Page 513 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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                    Pur in queste  disastrose condizioni il governo  di Salò  decise  di an-
               nunciare il  richiamo  alle  armi  dei  giovani  appartenenti alle  classi  '24 e
               '25. La  coscrizione fu,  visti  i tempi,  tutt'altro che un  insuccesso.  Storici
               e memorialisti simpatizzanti per il fascismo  hanno affacciato cifre fanta-
               siose,  Graziani sbandierò  100 mila  adesioni.  Esse  furono  in realtà poco
               più di  cinquantamila,  ma  era già un bel  numero,  e  probabilmente se  il
               regno del sud avesse preso un'analoga iniziativa il risultato sarebbe stato
               peggiore. La maggior parte di coloro che si presentarono lo fece  per timo-
               re delle rappresaglie che venivano minacciate. È significativo in proposito
               che  un'affluenza  minima si  sia  avuta  nel  Lazio  e  in  Umbria  (dove  ci  si
               attendeva  un arrivo degli  angloamericani a  breve scadenza):  e può sem-
               brare invece strano che l'Emilia abbia dato l'apporto più cospicuo. Salvo
               che  si  voglia  supporre che la  rete  comunista già. saldamente  costituitavi
               avesse adottato una sua linea di condotta: i giovani si presentassero, rice-
               vessero le armi, e successivamente disertassero con quanto avevano avuto
               in  dotazione,  per  darsi  alla  macchia.  In  effetti  l'organizzazione  militare
               era in tali condizioni di sfacelo,  che,  come dichiarò Graziani al suo pro-
               cesso, chi voleva a un certo punto squagliarsi lo faceva piuttosto facilmente.
                    Peggio dell'Esercito stavano la  Marina -  con l'eccezione già citata
               della  X  MAS  -  e  l'Aviazione.  La  prima  ridotta  a  quattro  M.A.S.,  due
               cacciatorpediniere,  due  sommergibili  nella  base  atlantica  tedesca  presso
               Bordeaux, cinque altri sommergibili in Romania sul Mar Nero (la X  MAS
               merita un discorso a parte). Per le poche e piccole unità navali i tedeschi
               volevano equipaggi misti, non fidandosi di !asciarle in mani soltanto ita-
               liane.  L'Aviazione poteva contare su un nucleo di eccellenti  e coraggiosi
               piloti, ma il suo peso militare era minimo. E del resto anche la Luftwaffe
               era  ormai  poca  cosa,  rispetto  alla  strapotenza  angloamericana.
                    Le  quattro divisioni che vennero addestrate in Germania avrebbero
               dovuto essere i fiori all'occhiello dell'Esercito di Salò. La Monterosa,  alpina
               (con un organico di  20 mila uomini contro i  16 mila  delle  altre) veniva
               formata a Munzingen nel Baden, la divisione bersaglieri Italia a Heuberg
               in Turingia, la San Marco (fanteria di Marina) a Grafenwoehr in Sassonia,
               la  Littorio, granatieri e fanteria,  a Sennelager nel Wurttemberg. I loro or-
               ganici comprendevano all'incirca due terzi di reclute e un terzo di volon-
               tari provenienti dai campi di prigionia. Quando Mussolini nell'estate del
               1944 visitò  queste  unità -  acclamatissimo  -  ne  ebbe  un'impressione
               straordinariamente positiva. Erano in effetti di molto superiori al vecchio
               standard delle unità italiane, grazie alla sistematicità dura ed efficiente del-
               l'addestramento  tedesco.  La  coesione  di  queste  unità  fu  eccellente,  così










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