Page 515 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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               nebbiogeni  in  Germania,  e  reparti  in  Francia,  a  Creta,  a  Rodi;  con  un
               gruppo italiano inquadrato in Russia in una forza  corazzata tedesca, con
               le  SS  italiane  che giuravano  fedeltà  a  Hitler,  e  non  a  Mussolini.
                    "Davanti a Dio- recitavano- presto questo sacro giuramento che
               nella lotta per la mia patria italiana contro i suoi nemici sarò in maniera
               assoluta obbediente ad Adolf Hitler" . E agli  uomini delle  SS  italiane era
               attribuita  la  frase  sprezzante:  "Ce  ne  freghiamo  del  Duce,  chi  comanda
               è il barbisin"  (il baffino,  in dialeqo milanese). Vi  furono anche reparti di
               SS  italiane composti  da  ex  partigiani.  Le  SS  italiane  diedero  ai  tedeschi
               più d'una delusione. Così come tanti internati che s'erano arruolati nelle
               quattro  divisioni  formatesi  in  Germania  solo  per  poter  rientrare  in  Pa-
               tria, anche tra coloro che,  sempre in  Germania,  aderirono alle  SS  (e  che
               si poteva supporre fossero animati da una ben più forte motivazione ideo-
               logica)  le  diserzioni  furono  numerose  non  appena  misero  piede  entro  i
               confini  italiani.
                    La  X MAS del principeJunio Valeria Borghese, eroe di guerra, esige
               una trattazione un po' più ampia; perché fu  ciò che di più organico, effi-
               ciente e importante poté venir creato nel caos insieme pachidermico e pol-
               verizzato dalle forze di Salò. L'8 settembre la X MAS, composta da volontari
               che  si  addestravano  per  attaccare,  con  mezzi  subacquei  e  di  superficie,
               le navi nemiche, contava a La Spezia 300 tra ufficiali, sottufficiali e mari-
               nai. Altri appartenenti alla X  erano in missione ad Algeciras, località spa-
               gnola vicinissima a Gilbilterra. Tra i loro progetti erano attacchi non solo
               alla  stessa  Gibilterra ma a New York e a Freemantle in Sud Africa,  con
               sommergibili tascabili. La parola d'ordine di Borghese, dopo l'armistizio,
               fu:  né accettazione dell'armistizio stesso,  né consegna del reparto ai tede-
               schi. Agli  uomini fu  detto: chi vuole resti,  chi  non vuole se  ne vada. Con
               i tedeschi- nella persona dell'ammiraglio Berlinghaus- Borghese inta-
               volò una vera e propria trattativa, in qualche modo da entità sovrana: uti-
               lizzando  il  credito  che  s'era  acquisito  con  il  suo  comportamento.  Si
               addivenne così a un accordo in base al quale la X MAS conservava la ban-
               diera, la  divisa, tribunali suoi, il suo regolamento di disciplina. Il  rancio
               era unico  per ufficiali  e truppa,  il  panno dell'uniforme uguale per tutti,
               erano ammessi  solo  volontari,  e fu  deciso  che  per  tutto  il  periodo  della
               guerra  non  si  sarebbero avute  promozioni. Per  i  responsabili  di  furto  e
               saccheggio era prevista la pena di morte. Con queste austere regole, e sot-
               to un comando risoluto e carismatico, la X MAS estese l'ambito della sua
               attività, tanto che nel maggio del 1944 i battaglioni della X MAS- dive-
               nuta in sostanza una forza di terra, nonostante l'origine marina -  furono









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