Page 514 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LE  FORZE  ARMATE  DELLA R.S.I.                                   511


               come il loro morale,  finché  rimasero entro i  recinti dei campi, isole pre-
               servate  da  "contagi"  esterni.
                    La  prova  pericolosa  per  il  regime  di  Salò  era  quella  del  ritorno  in
               Italia:  e  pericolosa  fu  in effetti,  per alcuni  reparti  devastante.  Aiutando
               in questo l'andamento del conflitto, che non incoraggiava di sicuro la fe-
               deltà a un Esercito agonizzante. La  più solida tra queste divisioni era l'al-
               pina Monterosa,  affidata a un comandante, il generale Mario Carloni, che
               aveva buone capacità. Sulle vicende successive al  rientro di queste unità
               in Italia  - e  sui  fatti  d'armi cui  esse  parteciparono -  si  hanno versioni
               clamorosamente discordanti, secondo che vengano da fonti  neofasciste o
               da fonti neutrali o da fonti accesamente resistenziali. Per le prime, le divi-
               sioni di Mussolini si batterono bene, fino all'ultimo. Per le seconde la loro
               partecipazione agli avvenimenti bellici fu  marginale, e la loro consistenza
               progressivamente e implacabilmente logorata dalle diserzioni. Per le terze
               l'attività militare cui unicamente una parte di quelle unità si  dedicò, con-
               sistette  in  rastrellamenti  antipartigiani.
                    Rientrata in Italia e destinata in Liguria, la Monterosa avrebbe dovuto
               far parte di quella altisonante e fantomatica Armata Liguria, con divisioni
               tedesche e italiane, il cui comando fu assunto, con un proclama, dal mare-
               sciallo  Graziani.
                    Successivamente la divisione venne trasferita in Garfagnana, dove af-
               frontò reparti brasiliani dell'Esercito alleato avanzante. Infine fu mandata
               sulle Alpi per impedire una improbabile offensiva proveniente dalla Francia.
               La  divisione granatieri Littorio  (con un reggimento di alpini) fu  mandata
               su quello che, con terminologia mutuata dalle prime fasi  della guerra ita-
               liana,  veniva  chiamato il  "fronte occidentale",  le  Alpi  verso  la  Francia.
               La San Marco fu  dapprima in Liguria in funzione antisbarco, quindi com-
               batté sulla linea gotica. La divisione bersaglieri Italia, la più arretrata nel-
               la  preparazione,  venne  dislocata  sull'appennino  tra  Parma,  Fidenza  e
               Salsomaggiore. Queste unità ebbero caduti e diedero in alcuni episodi prova
               di incisività e risolutezza. Ma, si deve ripeterlo, non ressero, e non poteva-
               no reggere, l'atmosfera di un Paese che percepiva con chiarezza l'evolversi
               degli  avvenimenti,  e  il  fatale  approssimarsi  del  collasso  tedesco.
                    S'è già  accennato  al  proliferare  di  reparti  "spontanei"  o  organica-
               mente costituiti che caratterizzò l'universo militare della Repubblica di Salò.
               Con battaglioni paracadutisti (il Nembo  impegnato sul fronte di Nettuno),
               con "formazioni antiguerriglia" , con un "raggruppamento cacciatori de-
               gli  Appennini"  e  un  "raggruppamento anti  partigiani",  con gruppi co-
               razzati  e  costieri,  con  brandelli  delle  Forze  Armate  in  un  battaglione









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