Page 556 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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GLI  INTERNATI  MILITARI  IN  GERMANIA                             553

               del  1943 un tenente tedesco uccise per ordine dei suoi superiori, in Alba-
               nia, 59 ufficiali italiani -  ammalati di malaria e assolutamente innocenti
               -   con un  colpo  alla  nuca,  solo  perché  il  loro  trasporto  creava  qualche
               difficoltà.  Ed egli  motivò l'esecuzione del  delitto  in  maniera  davvero  si-
                                                                      4
               gnificativa,  affermando:  "Si  tratta  soltanto  di  italiani!". <3l
                    In questa frase si  manifesta un disprezzo razziale che rese fra  l'altro
               possibili i veri e propri massacri dell'ultima ora dello Stato hitleriano: ec-
                cidi  che  costarono la  vita  di  circa  600  italiani e  che  furono  inscenati  in
               parte come orge di sangue dai fanatici  sostenitori del regime nazionalso-
                       44
               cialista. < l
                    Da  questo  punto  di  vista  il  Governo  del  Regno  d'Italia  constatò  a
                ragione all'inizio del1945 che le Autorità alleate avrebbero dovuto indur-
                re le  Autorità germaniche a riconoscere per gli internati militari il tratta-
               mento  di  prigionieri  di  guerra.  Poco  dopo,  a  metà  di  marzo,  l'Alto
                Commissario precisò in tale contesto che "il motivo di interessare i gover-
                ni britannico e statunitense non solo  non sia  venuto meno,  ma si  sia  ac-
                centuato  nel  frattempo,  perché sempre  peggiore  è destinato  a  diventare
                il  trattamento  ed  il  destino  di  quei  nostri  militari  con l'aggravarsi  della
                disfatta tedesca  e con l' incrementarsi delle  difficoltà  di  vita  e dello  stato
                di risentimento e di eccitazione delle Autorità e delle popolazioni germa-
                niche".<45l  Le  Autorità  italiane  si  preoccuparono  particolarmente per la
                sorte degli internati militari nei campi di concentramento nell'Alta Slesia.
                Perché la stampa alleata diffuse verso la fine  del  1944 una notizia "circa
               la decisione tedesca di abolire alcuni campi" in detta regione "sopprimendo



                (43)  G. Striibel, ... es sind ja nur ltaliener.  Tagebuchreport einer Massenerschiefiung,  in: Die Zeit,
                    n.  10,  2.3.1990,  p.  49-50.
                (44)  Cfr.  al  riguardo  G.  Schreiber,  l  militari italiani internati,  cit.,  p.  743-785 .
                (45)  L'Alto  Commissario per i prigionieri di guerra n.  796/Pol./ C.19 G.  di prot., Ro-
                    ma,  17 marzo  1945, Oggetto: Trattamento degli italiani liberati dalle  Forze  Alleate nel
                    territorio tedesco  e degli internati militari in  Germania,  Al  Ministero degli  Affari Esteri,
                    A.U.S.S.M.E., 1-3,  cartella  163 F n. 3. Ma la  situazione degli  italiani catturati dai
                    tedeschi non fu precaria soltanto nei campi di concentramento nel Reich. Va riferito
                    per esempio  -ibid.  ·  in  un  altro  documento:  "Risulta  a  questo  Alto  Commissario
                    che verso la  metà di febbraio c.a., nell'isola di  Rodi, erano circa  1000 militari ita-
                    liani prigionieri ricoverati in ospedale per semplice denutrizione, e che esisteva un
                    numero imprecisato di militari considerati dai tedeschi come prigionieri e tradito-
                    ri,  e come tali sottoposti ad ogni sorta di atrocità": ibid., L'Alto Commissario per
                    i prigionieri di guerra n.  1676/C. 25-A di prot., Roma,  16 maggio  1945, Oggetto:
                    Ex p.  di g.  italiani in  mani  tedesche  a  Rodi.










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