Page 551 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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avvenne poche settimane prima della fine della guerra. E non pochi di
loro, tornati finalmente in Italia, vennero nascosti per non far vedere al
pubblico in quali condizioni si trovavano.
Poiché questi uomini, in prevalenza persone giovani o nel fiore degli
anni, al momento del loro arrivo in Germania non erano denutriti, inde-
boliti o comunque malridotti, ma di regola sani, ben nutriti e forti, fu solo
la prigionia a determinare la rovina fisica. Per spiegarlo bisogna chiama-
re in causa a questo riguardo in prima linea - come dimostrarono anche
le lettere censurate -l'alimentazione e le condizioni quotidiane di lavoro
e di vita in cui ebbero a trovarsi gli internati militari.
Quale fosse la vera situazione alimentare dei prigionieri italiani emerge
chiaramente da una dichiarazione di Hitler fatta verso la fine d'aprile del
1944; quando egli affermò all'interno della sua cerchia, che dagli italiani
che ricevevano un nutrimento pari - nel migliore dei casi - al 50%
della norma, non c'era da aspettarsi una prestazione lavorativa del l 00% .
E già nel gennaio del 1944 fu richiamata l'attenzione sul vero e proprio
stato d'emergenza in cui si trovavano gli internati militari occupati nelle
acciaierie Alfred Krupp a Rheinhausen. A causa della precarietà del vitto
non adatto a un lavoro fisico particolarmente gravoso, nel giro di poche
settimane il 2 5% dei prigionieri italiani divenne inutilizzabile. La dire-
zione aziendale comunicò l'insorgere di perdite di peso fino a 22 chili,
spesso la comparsa di malattie di ogni tipo, finanche turbe mentali. De-
scrive inoltre in modo convincente la situazione degli internati militari ciò
che alcuni funzionari della Repubblica Sociale Italiana riferirono in quel
periodo da tutto il territorio del Reich: i loro connazionali, affamati, anda-
vano in cerca di cibo tra i rifiuti della popolazione tedesca.
Per quanto riguarda l'impiego della manodopera è comprensibile che
il gruppo dirigente nazionalsocialista cercasse di esigere da tutti i prigio-
nieri di guerra il massimo rendimento. Ma nei confronti degli internati
segue nota
al delegato della Croce Rossa Italiana (R.S.I.) soltanto 8000 ammalati di cui 3000
casi di T.B.C. Cfr. Protokoll iiber die Sitzung des deutsch·italienischen Ausschusses
zur Behandlung der italienischen Arbeiterfragen am 11. Januar 1945 [protocollo
sulla seduta della commissione italo-tedesca per il trattamento, delle questioni ope-
raie l'l l gennaio 1945}, in: Auswartiges Amt Rechtsabteilung, Akten betreffend: Italieni-
sche Kriegsgefangene in Deutschland- Arbeitseinsatz und Entlohnung [impiego di manodopera
e stipendi} - l. Januar 1944 bis 1945, Band l, Volkerrecht, Kriegsrecht n. 26 n.
8 ltalien, PA, R 40925, p. 62-66.
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