Page 550 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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GLI  INTERNATI  MILITARI  IN GERMANIA                             547

                   Normalmente  per  assistere  e  curare  i  prigionieri  italiani  ammalati
               erano a  disposizione soltanto le  infermerie che  sorgevano all'interno  dei
               rispettivi campi,  ma  non pare che si  sia  trattato sempre di  luoghi ove  si
               potessero alleviare le  loro sofferenze.03l Vengono  spesso  descritte condi-
               zioni  igieniche  al  limite  dell'incredibile.
                   Era  del  tutto  normale la  persistente mancanza  di  medicinali.  Delle
               13 000 tonnellate di  materiale sanitario  che  dopo 1'8  settembre caddero
               nelle mani della  Wehrmacht nel solo territorio italiano, non giunse eviden-
               temente nulla nei campi di internamento. Anzi,  i prigionieri italiani rac-
               contarono che il personale di sorveglianza sottraeva loro non solo oggetti
               di valore di ogni genere ma anche i medicinali che di tanto in tanto arri-
               vavano con i pacchi dai loro parenti. Inoltre persino coloro che erano ri-
               coverati nelle infermerie pativano la fame.  E a volte i pazienti ricevevano
               meno nutrimento dei loro compagni sani. Affinché si capisca che cosa questo
               volesse dire, si  deve ricordare il fatto  che per questi ultimi la fame quoti-
               diana era talmente insopportabile da costituire un vero e proprio trauma.
                   Col  tempo  i comandanti dei  prigionieri si  videro  costretti  a  far  co-
               struire i cosiddetti campi-lazzaretto perché cresceva continuamente il nu-
               mero degli ammalati e dei feriti.  Si  potrebbe supporre che almeno in tali
               Lager le condizioni dei pazienti fossero migliori. Ma ancora nel marzo del
               1945  il  delegato generale della Croce Rossa  della  Repubblica Sociale Ita-
               liana  in  un suo  rapporto  non  fu  in grado  di  dire  nulla  di  positivo.  Egli
               aveva avuto l'impressione di trovarsi- testualmente- di fronte ad un'or-
               da  di  affamati.  Si  registrarono  cali  di  peso  fino  a  30  chili.  Anche  altre
               fonti  del  Governo fascista  riflettono  che cosa  stava accadendo nei  Lager.
               Nel quadro tracciato in questi documenti prendono esatti contorni uomi-
                                                   '
               ni  simili a  scheletri o  tumefatti da ,ed~mi, che si  trascinavano  nei  campi
               di  prigionia,  oppure altri  esseri  ancdr~ viventi,  ma  del  tutto  inebetiti  o
               incapaci  di  pronunciare una  sola ,pa~ola a  causa  dei  parimenti  sofferti.
                   Si deve inoltre osservare che fin·,dall'ag0sto 1944 il Servizio Assisten-
               za Internati aveva sollecitato il rimp~d-io di 6200 prigionieri che si esclu-
               deva potessero guarire finché fossero iim~sti nel territorio del Reich.  A titolo
               di confronto si tenga presente che alla fine  dell'anno il totale dei casi ana-
                                           4
              loghi era già salito a  15 000.<3 l Per una parte degli ammalati il rimpatrio


              (33)  Vedi  nota  31.
              (34)  Sembra degno  di  nota che da  parte delle  Autorità italiane si  parlò di  un totale di
                   15 000 ammalati di cui 8000 casi di T.B.C., mentre le autorità tedesche fecero vedere








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