Page 546 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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GLI  INTERNATI  MILITARI  IN  GERMANIA                            543

                    L'inferno francese-tedesco finì per tali italiani soltanto, quando il  10
               novembre del 1944 un sergente scappato durante i lavori riusciva a pren-
               dere contatti con le autorità americane. Quindi, il giorno  14 del medesi-
               mo mese uscì dalla famigerata prigione "quello che ormai era ridotto un
               pietoso branco di avanzi umani" per essere trasportato per nave in Italia.
                    Del resto  è un fatto  che la  sorte di questi  poveretti  non  fu  un caso
               isolato. Perché è provato che gli  italiani catturati dai tedeschi e di seguito
               liberati dalle  Forze Alleate dai campi di  concentramento, se  varcavano  i
               confini dei territori che erano sotto il controllo delle autorità militari fran-
               cesi,  venivano dichiarati nuovamente prigionieri di guerra e trattati alla
               stessa  stregua  dei  prigionieri  di guerra tedeschi.  Una sorte  che  incombé
               soprattutto sui circa  15 O 000 militari italiani liberati che si  trova vano in
               giugno  1944 in Wiirttemberg, cioè nella  zona  della  l a  Armata francese.
               Dato il comportamento francese gli americani si rifiutarono perfino di con-
                                                                                 24
               segnare  a  questo  loro  alleato  prigionieri  italiani  liberati  in  Francia.< >
                    Per quanto concerne però la situazione nei campi di prigionia tede-
               schi esiste uno stralcio di  notizie del  caporale maggiore Leonello  Monte-
               fiori  -  già  della  divisione  di  fanteria  Acqui  -  che  offre  un  quadro
               abbastanza dettagliato relativo ai prigionieri negli  STALAG.< 25 > Montefiori
               parla erroneamente del campo di Fusembergen che non esistè. Ovviamente
               si trattava dello STALAG III B di  Fiirstenberg. Si  leggono sull'orario dei
               prigionieri: "ore 4 sveglia e pulizia", ore 5 "avviamento ai campi di lavo-
               ro"  ed ore  18  "rientro dal lavoro".  Durante quest'ultimo  "i prigionieri
               piantonati da anzianissimi  soldati tedeschi  armati, vengono  trattati bru-
               talmente dai vecchi capi squadra borghesi e sputacchiati e derisi dalla po-
               polazione (donne e bambini), soprattutto gli italiani -  chiamati traditori
               -  ed i russi. I francesi e gli inglesi (pochissimi inglesi lavorano) sono trat-
               tati più umanamente". Il rapporto conferma così l'esperienza di  tanti al-
               tri  internati  militari.
                    Riguardo al vitto il caporale si ricordò di una colazione che consisteva
               di "foglie di tiglio bollite nell'acqua", un primo rancio di "200 grammi di
               pane nero (un 'filone' di un (chilo} e 400 ogni 7 prigionieri)- 25 grammi
               di margherina- un cucchiaio di marmellata". La razione veniva "distri-


               (24)  Ibid.,  L'Alto Commissario per i prigionieri di guerra n.  1936/Poi./F-8 di Prot., Ro-
                   ma,  15 giugno  1945, Oggetto: Dichiarazione dello stato di prigionia da parte delle Auto-
                   rità francesi  a  carico  dei  nostri  connazionali  liberati  in  Germania.
               (25)  Ibid.,  Ufficio Operazioni n.  14980/0p. di  prot., 2 settembre  1944, All'Alto Com-
                   missario per i prigionieri di guerra, Oggetto: Notizie su prigionieri di guerra in Germania.








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