Page 542 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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GLI INTERNATI MILITARI IN GERMANIA 539
È un peccato che non si conosca né il numero esatto né la data di
queste lettere prese in esame dall'Ufficio Censura della Commissibne Al-
leata. Pertanto le informazioni rimangono abbastanza vaghe. Scrisse per
esempio un cappelano militare - sempre dal campo di Gorlitz - che
" qualche settimana fa sono tornati in Italia 500 dei miei malati che han-
no avuto [ ... } la soddisfazione di andare a morire a casa". Il cappellano
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aggiunse: "non per questo il mio lavoro è diminuito, anzi".0 l
Conviene inserire qui la relazione del tenente cappellano Colombo
don Giuseppe sulla sua esperienza nei campi della Wehrmacht. Questi si
lagnò del fatto che a lui ed ai suoi "colleghi Cappellani fu imposto [a De-
blin} di non predicare di non confessare di non tenere riunioni religiose"
facendo loro "controfirmare tali ordini pena gravissime rappresaglie" se
fossero "venuti meno". Secondo il relatore solo "per il Santo Natale in segui-
to ad insistenza ed anche per interessamento del Nunzio Apostolico Mon-
signor Orsenigo" ai cappellani "fu dato un po' di vino e poche ostie".
Colombo arrivò, dopo aver visto i campi di Posen e di Limburgo, allo
STALAG XII F di Forbach (da! 1-10-1944 in poi Freinsheim) dove rimase
definitivamente. Il 20 aprile 1944 venne inviato a Neunkirchen presso il
comando di lavoro 2005. Riguardo a ciò osservò: "Qui circa 2000 nostri
soldati languivano per la fame ed il duro lavoro della miniera e degli alti
forni sotto la sferza del capo Campo e della polizia tedesca. Vi furono parec-
chi morti per incidenti di miniera e per rappresaglia. Molti morirono anche
per esaurimento fisico. Numerosi altri invalidi per incidenti di miniera".
Anche in tanti altri campi di lavoro il cappellano constatò "molti dolori
e grandi sofferenze causate dalle privazioni e dai duri trattamenti".
Dal l O luglio fino al 21 novembre fu inviato all'ospedale per prigio-
nieri di Saarburg dove si trovavano oltre duecento malati italiani "tra tu-
bercolotici e pleuritici" di cui una ottantina morì entro quattro mesi: cioè
il 40% .09)
(18) Vedi nota 3.
(19) L'Alto Commissario per i prigionieri di guerra n. 446/Pol./C di prot., Roma, 7 feb-
braio 1945, Oggetto: prigionieri di guerra in Germania, in allegato: estratto della rela-
zione del tenente cappellano Colombo don Giuseppe (S.P.E.) di Magno e Adrizzone
Antonia nato a Varello Sesia (Vercelli) il 31luglio 1906, Roma, 12 gennaio 1945
(erroneamente è stato scritto 1944), A.U.S.S.M.E., I-3, cartella 163 F n. 3. Per quanto
concerne i cappellani militari e l'internamento cfr. anche M. Franzinelli, Il riarmo
dello spirito. l cappellani militari nella seconda guerra mondiale. Prefazione di E. Balduc-
ci, Paese, Pagus edizioni, 1991, p. 173-176 e 257-273.
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