Page 541 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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538 GERHARD SCHREIBER
"300 gr[ammi} di pane e un litro di minestra, tanto per dire minestra".
Un internato era "scalato di 15 [chili} e non solo questo lavorare, ma[ ... }
bastonate" .
Quasi lo stesso tono lo si ritrova in una lettera dallo STALAG II D
di Stargard: "solo mi danno un po' disturbo le due ferite" . Tu "capirai
[ ... } bastonate e lavorare [ ... } ma resisterò anche questo". E dallo STA-
LAG XII F di Freinsheim un internato militare raccontò: "chi non lavora
son guai e quasi senza mangiare; dunque si deve lavorare per forza se no
sono botte".
Non possono pertanto sorprendere i casi di denutrizione che venne-
ro segnalati ed i disperati appelli ai famigliari per l'invio di generi alimen-
tari. Un ignoto sottufficiale dello STALAG IV G di Oschatz scrisse, soltanto
per addurre un esempio, "qui si muore di fame" ed "il mio peso normale
è ridotto con la diminuzione di ventiquattro chili". Pertanto "non esitate
a spedirmi qualcosa di gran sostanza". Allarmante la situazione in un campo
di lavoro dello STALAG VIII C di Sagan dove la direzione del Lager dimi-
nuì il rancio nonostante il fatto che la metà degli allora 800 prigionieri
doveva ritornare "al campo per deperimento organico". E l'angoscia mor-
tale emerge nella lettera di un sottufficiale dello STALAG IV B di Muehl-
berg che chiese "la misericordia di un pacco con roba da mangiare",
continuando: "conosco i vostri sforzi ma fateli per carità. Perché "sono
deperito" e "ho bisogno [. .. } se debbo rivedere i miei cari".
Numerose furono inoltre le segnalazioni di casi di tubercolosi.
Alcuni vennero rimpatriati, altri morirono nei campi di prigionia.
Bastano pochi esempi. Nello STALAG IV D di Torgau un sottufficiale
constatò: "Parecchi miei compagni sono affetti di T.B.C. cosa che deriva
dal forte deperimento". Mancò soprattutto e dappertutto il cibo. Più det-
tagliata fu la lettera di un ufficiale medico dello ST ALAG XVIII A di Wolf-
sberg che informò sul fatto che "le condizioni di vita" cominciarono "a
farsi piuttosto difficili, specie per il vitto [ ... } assolutamente insufficien-
te". Egli continua: "La conseguenza è che molti nostri ragazzi [ ... } prima
in buona salute improvvisamente si ammalano gravemente"; e "sono di-
ventati piuttosto frequenti i casi di T.B.C.; da duecento ammalati ne ab-
biamo una cinquantina". Ma "la vera tragedia è che si hanno pochissimi
mezzi per curarli". Nello STALAG IV F di Hartmannsdorf "tutti italiani
non" pesavano più di 45 chili e "3 quarti" erano "tubercolosi". Secondo
lo scrivente si mangiarono "ogni 24 ore due patate". I tedeschi si videro
infine costretti a rimpatriare circa 400 tubercolosi dallo STALAG VIII
di Gorlitz.
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