Page 562 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Se dunque il 1942 fu per le democrazie anno di cns1 grave, forse
non ancora del tutto indagata specie nei suoi riflessi politici interni, bri-
tannici e sovietici, non si vede per qual motivo l'opinione pubblica media
italiana - per converso - non dovesse giudicare possibile ed anzi natu-
rale la vittoria finale sulle democrazie. Almeno sino all'inizio del novem-
bre di quell'anno, la realtà dei fatti e le informazioni che su di essa si
possedevano non offrivano ancora appiglio alcuno ad un mutamento dav-
vero sostanziale nella generale opinione.
Abituati come oggi siamo alla valanga di informazioni in tempo rea-
le che ci viene da giornali, telefono, radio e TV, sempre appoggiata ad
una serie amplissima di opinioni autorevoli o presunte tali, riesce difficile
ricostruire ora l'incredibile povertà di nutrimento intellettuale con la qua-
le l'italiano medio dovette fare i conti in quegli anni cruciali. La lunga
disabitudine a discussioni realmente essenziali, la mancanza di libri alter-
nativi alla cultura ufficiale, la stessa e tipica abdicazione della maggioran-
za al pensiero autonomo, si sommavano non solo al difetto di sincere
comunicazioni interpersonali - molto limitate per i rischi che esse com-
portavano - ma anche a quello, materiale, dei mezzi tecnici a disposizio-
ne. Pochi riflettono oggi al fatto che nel 1943 gli apparati radio in Italia
erano l 784 246, ovvero ed all'incirca uno ogni trenta persone,<!) tanto-
ché gli esercizi pubblici, così come Comuni, Enti, Case del Fascio eccetera
avevan preso l'iniziativa di collocare su strada gli altoparlanti, appunto
per sopperire ad un vuoto che era acutissimo dagli Appennini in giù.
Le comunicazioni telefoniche, discrete nelle città, erano inesistenti tra
città e città, dovendosi passare per centralini meccanici perennemente in-
tasati, ovviamente controllati, e produttori di ritardi che molto spesso su-
peravano le 24 ore. Inoltre, l'uso di stendere le linee all'altezza dei tetti,
produsse estese paralisi anche nelle città, con l'intensificarsi dei bombar-
damenti alleati. Il servizio postale, anch'esso soggetto a censura, aveva fun-
zionato regolarmente fino al 1942, ma successivamente si era impantanato
nelle crescenti difficoltà ferroviarie e stradali conseguenti da una parte ai
bombardamenti, dall'altra alla dispersione dei cittadini su aree di sfolla-
mento vastissime.
In altre parole, le uniche informazioni alle quali far riferimento nel
1943, restavano i giornali ed i comunicati ufficiali della Radio. Entrambe
(l) Da Statistiche storiche dell'Italia, ICS, 1976, Tav. 42, p. 55.
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