Page 567 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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564 FRANCO BANDINI
Nelle esitazioni della Monarchia e del suo ristretto circolo di potere,
dovette entrare anche un altro potente elemento, del quale sin qui le Sto-
rie non han mai fatto cenno alcuno. Il 19 luglio, al Convegno di Feltre,
Mussolini aveva avuto con Hitler, a pranzo, un colloquio senza testimoni
che lo aveva probabilmente indotto a recedere dalla sua del resto malfer-
ma intenzione di chiedere all'alleato il recesso dell'impegno italiano. Con
la sua consueta precisione tecnica, Hitler aveva rivelato al depresso Duce
che nell'ultima settimana di agosto avrebbe spianato Londra, lanciando
su di essa, in pochi giorni, più di 300 di quei grandi razzi, ancora chia-
mati A 4, capaci di percorrere 250 chilometri, con una testata esplosiva
di una tonnellata.
Rientrato a Roma, Mussolini convocò la sera stessa il Gran Consiglio
per il24, poi andò dal Re per riferire. Anche di quel colloquio, che avven-
ne il 22, ci è rimasto pochissimo, poiché entrambi i protagonisti ne son
stati singolarmente reticenti. Ma non par dubbio che Vittorio Emanuele
fu informato compiutamente dei piani tedeschi.
Ne abbiamo una speciale controprova proprio nella seduta del Gran
Consiglio, quando Mussolini, sotto l'offensiva a fondo di Ciano e Grandi,
sorpreso e ridotto ad uno scontroso silenzio, decise di passare alle votazio-
ni, tuttavia dicendo: "La mia fiducia nella vittoria della Germania e nostra
è oggi intatta, così come lo era all'inizio della guerra. lo non intendo rivelare al
Gran Consiglio (forse l'avrei fatto se la discussione avesse preso un corso diverso)
gli importanti segreti di carattere militare, che al Fiihrer ed a me non fanno dubita-
re un solo momento della vittoria. È prossimo il giorno nel quale i nostri nemici sa-
ranno inesorabilmente schiacciati. Io ho in mano la chiave per risolvere la guerra.
Ma non vi dirò quale".
Un a seconda indicazione nello stesso senso ci viene dal discorso che
il 18 ottobre 194 3 il maresciallo Badoglio fece in Agro San Giorgio Jonico
ai depressi ufficiali del ricostituito Esercito. Nella foga delle autogiustifi-
cazioni, egli si lasciò scappare una rivelazione mai smentita né allora né
poi, e del resto da lui stesso confermata più tardi come proveniente proba-
bilmente dallo stesso Vittorio Emanuele. " Tornato a Roma (da Feltre) - egli
disse - Mussolini assicurò il re che, in ogni caso, si sarebbe sganciato dalla Ger-
mania entro il 15 settembre. Lo sa Ambrosio, che è qui, e lo sanno diversi Ministri
fascisti .... " .
Il lato veramente straordinario di questa storia ancora così oscura
è che Hitler non mentiva affatto, quel 19 luglio a Feltre, poiché appena
dieci giorni prima l'intera, gigantesca macchina produttiva tedesca era stata
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