Page 107 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
P. 107

L'OPERA DELLA LUOGOTENENZA                                        107


                    Del pretendente al trono si conosceva il bell'aspetto, le divise impec-
               cabili, la compagnia di belle donne e le  inevitabili avventure galanti; per
               il resto era stato ai margini degli affari di Stato e delle conoscenze necessa-
               rie al potere, un po' perché il fascismo aveva ridimensionato il ruolo della
               famiglia reale, un po' perché Vittorio Emanuele III aveva sempre ricorda-
               to  che  in  casa  Savoia  si  regnava  uno  alla  volta.
                    ''Il vecchio  Re - ricordò Luigi  Barzini - aveva nutrito per il figlio  senti-
               menti stranamente  misti:  affitto,  orgoglio  per  la  sua prestanza fisica,  diffidenza,
               sfiducia, forse  anche invidia.  Troppo  tardi e con  riluttanza lo  aveva instradato al
               potere''.
                    Giorgio Bocca descrive Umberto "introverso timido,  con  momenti passio-
               nali,  schiacciato  dalla  volontà paterna ...  Nelle  burrascose giornate dell'armistizio
               il principe ereditario - conclude sommariamente Bocca - è come un bel mani-
               chino posto dietro la coppia reale e il maresciallo Badoglio: ascolta senza mai interfe-
                                                                               2
               rire  e ricevuto  l'ordine  si  avvia come  gli  altri  verso  Pescara  e Brindisi".0 l
                    Certo è che l'immagine vuota e vanesia di Umberto, in parte enfatiz-
               zata dalla propaganda fascista, che aveva mirato a screditare l'erede al trono
               in vista di un ipotetico cambiamento istituzionale, al termine di una an-
               cora  più ipotetica vittoria  dell'Asse,  quell'immagine,  dicevo,  appare del
               tutto inadeguata a descrivere il nuovo atteggiamento del principe. Un po-
               litico  insospettabile quale Alcide de Gasperi scriveva  a  Luigi  Sturzo che
               il  Luogotenente  aveva  una  "condotta  rigidamente protocollare".<13l
                    Sempre Bocca ricorderà che le prime pubbliche relazioni di Umber-
               to con il Paese si incentrarono nell'ospitare in un'ala del Quirinale i muti-
               latini  meridionali  e  nel  visitare  le  città  ed  i  paesi  appena  liberati.
                    Non so se aiutare i bisognosi fosse un gesto patetico, certo è che Um-
               berto si limitò a continuare l'attività benefica svolta dalla madre, la regina
               Elena,  già  dalla  prima guerra  mondiale,  in  tempi  cioè  insospettabili.
                    Per dovere di cronaca preciso che Umberto creò nel Palazzo del Qui-
               rinale:  una casa per i bambini mutilati di guerra; un ambulatorio e una
               cucina economica per i poveri; una colonia elioterapica per i ragazzi dei
               quartieri operai di Roma; un circolo per i reduci, ove questi, oltre ad un
               pasto, potevano trovare completa assistenza;  un laboratorio per la confe-


               (12)  G.  Bocca,  Storia  della  repubblica  italiana,  Milano  1981-1983,  p.  38.
               (13)  "Lettera  di  Alcide  de  Gasperi  a  Luigi  Sturzo",  in  G.  De Rosa,  l  partiti politici in
                   Italia,  Bergamo  1972,  p.  506.









   II-VOLUME-QUINTO_ANNO.indd   107                                                     07/03/16   14:57
   102   103   104   105   106   107   108   109   110   111   112