Page 108 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
P. 108

108                                                  DOMENICO  DE  NAPOLI

               zione  di  aiuti  per i mutilati,  i reduci  ed i sinistrati;  un ufficio  aiuti  che
               distribuiva prevalentemente medicinali. Inoltre l'Ufficio assistenza devol-
                                                                                  4
               se in aiuti umanitari la somma di oltre  l O milioni dell'epoca in anno. 0 l
               In realtà, l'immagine di Umberto che, a somiglianza del padre, si limitava
               ad una concezione burocratica del proprio ruolo o, sull'esempio materno,
               si  impegna  nell'hobby  un  po'  aristocratico  della  beneficenza,  quella  im-
               magine,  dicevo,  appare  riduttiva  e  incompleta.
                   Umberto  si  trovò  a  dover  operare  in  un  Paese  devastato  material-
               mente e spiritualmente, spaccato in due, e con un rigido regime di occu-
               pazione che sembrava spesso essere ignorato dal Governo e dai partiti del
               CLN,  impegnati  più  nella  sterile  polemica  istituzionale  che  consapevoli
               dei  termini con  cui era stato sottoscritto l'armistizio.  Regime di  occupa-
               zione che,  per esempio, costringeva Umberto a chiedere il  nulla osta per
               il rientro dalla Svizzera della principessa Maria Josè e del figlio  ma, con-
               temporaneamente, lo spingeva a chiedere al generale Wilson di non privi-
               legiare la sua richiesta,  suggerendogli di  dare la precedenza al ritorno in
               patria, su aerei italiani, di Gallerati Scotti, Carnelutti, ]acini, Gasparotto
               e  Luigi  Einaudi.
                   Il Luogotenente rispettò scrupolosamente la tregua  istituzionale e si
               pose  in  p·rima  persona  il  problema  di  sostenere  il  morale  di  quello  che
               rimaneva delle nostre Forze Armate, di ottenere dagli Alleati la partecipa-
               zione attiva alla guerra attraverso la creazione, l'armamento e l' equipag-
               giamento di unità organiche a livello di brigata, da inquadrare, sul fronte,
               nelle  due  armate  anglo-americane.

                   Si  trattava di un compito tremendo, tenuto conto del contesto ostile
               nel quale si trovò ad operare. Ciò malgrado il Capo dello Stato e Coman-
               dante delle Forze Armate mise tutto il suo impegno per tentare di recupe-
               rare,  agli  occhi  degli  Alleati, la  nostra  dignità  nazionale e  di  ottenere  il
               rispetto per il soldato italiano. Solo a queste condizioni il Paese, che aveva
               perso  la  guerra,  poteva  sperare  di  riscattare  il  proprio  futuro.
                   In maniera schematica Giampiero Carocci individua la differenza tra
               la  posizione americana e quella inglese nel fatto  che mentre '' Roosevelt mi-
               rava a deprimere le forze conservatrici e a favorire il rinnovamento democratico del
                                                                         5
               popolo  italiano,  Churchill  mirava  a  deprimere  l'Italia  tout  court".0 l

               (14)  Cfr.  L.  Zuccolo,  Umberto  II  Re  d'Italia,  Roma  1946.
               (15)  G. Carocci, "Togliatti e la resistenza", in Nuovi argomenti,  novembre 1961-febbraio
                   1962,  p.  125 .








   II-VOLUME-QUINTO_ANNO.indd   108                                                     07/03/16   14:57
   103   104   105   106   107   108   109   110   111   112   113