Page 111 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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L'OPERA DELLA  LUOGOTENENZA                                       111

                    Dal punto di vista  del principe Umberto l'importanza dei  risultati
               politici non poteva essere disgiunta dall'esigenza di  dover contribuire al
               recupero della dignità e dell'orgoglio di italiani e di soldati nel modo più
               credibile, attestando con la sua presenza la solidarietà delle istituzioni ai
               nostri combattenti. Già una volta, quando il Re aveva dovuto lasciare Ro-
               ma per garantire la continuità dello Stato,  non gli avevano consentito di
               rimanere accanto ai  nostri soldati.  Ora,  nell'inverno del  1944,  riceveva
               un altro rifiuto da parte del generale Wilson, in seguito alla sua richiesta
               di potersi recare al Nord. Ricordo che  ad Umberto era stato vietato,  in
               un primo momento, di  entrare nel territorio amministrato dagli  Alleati;
               poi gli fu fornito un salvacondotto personale, non valido però per le visite
               alle forze di combattimento, né fu  accolta la sua richiesta di essere aggre-
               gato allo Stato Maggiore di Alexander o di Clark. Più in generale, fu  im-
               pedito a tutti i membri della famiglia reale di partecipare alla  resistenza
               del nord,< 21 > così come si  cercò di ostacolare le visite del Re e del Princi-
               pe ereditario  nelle  retrovie  e  al  fronte.< 22 >
                    "Fu allora probabilmente- ha scritto Niccolò Acciaroli sulla "Rivista
               di studi politici  internazionali"  - che il principe si  rese  conto  della  maggiore
               sensibilità militare ed umana degli americani, i quali consentirono che egli compisse
               dei pericolosi voli di osservazione sulle postazioni tedesche.  Gli vollero dare una deco-
               razione per il suo  comportamento  coraggioso  e professionalmente esperto.  Ma  il Co-
               mando  Supremo  disse  ancora  no.  Non  lontano  era  il leggendario  generale polacco
               Anders che  avrebbe poco  dopo, preso  d'assalto  l'Abbazia cassinense.  Egli  consegnò
                                                                      2
               ad Umberto  il riconoscimento  militare che  altri aveva  negato" .< 3> •
                    Fino alla conclusione della guerra il Luogotenente si impegnò a recu-
               perare il rapporto tra Stato e i cittadini attraverso la sua presenza tra gli
               uomini che combattevano e tra le popolazioni che subivano le conseguen-
               ze  del  conflitto.
                    A Firenze Umberto fu  il primo soldato, insieme con Calamadrei, ad
               entrare nel  pieno del  combattimento tra  partigiàni  e  retroguardie tede-
               sche.  E così a  Bologna dove passò tra la popolazione insieme con il sin-



               (21)  Cfr. M. De Leonardis, "La Gran Bretagna e la  monarchia italiana (1943-1946)",
                   in Storia  contemporanea,  febbraio  1981,  p.  38.
               (22)  Cfr.  S.  Bolognini  - D. De Napoli  - A.  Ratti,  La resistenza  monarchica  (1943-1945),
                   Napoli  1985.
               (23)  N . Acciaroli, "Umberto Luogotenente e Re di fronte al problema internazionale",
                   in  Rivista di Studi  Politici  Internazionali,  aprile-giugno  1983.








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