Page 109 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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L'OPERA DELLA LUOGOTENENZA 109
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Anche Norman Kogan indica nella Gran Bretagna il maggior pro-
blema italiano: "gli ostacoli all'espansione di un contributo operativo da parte del-
l'Italia si fecero sempre meno militari e sempre più politici, e questi ultimi avevano
ora il loro centro a Londra". 0 6)
L'obiettivo inglese di mantenere l'Italia in uno stato di sudditanza
fu raggiunto anche ostacolando la costituzione di reparti combattenti, pre-
ferendo, invece, utilizzare gli uomini e le riserve italiane nelle retrovie e
nei modi meno appariscenti. Basti ricordare che passarono più di due mesi
prima di ottenere il permesso di far entrare in linea il I Raggruppamento
Motorizzato e che, malgrado la buona prova fornita dai combattenti ita-
liani a Montelungo, fu impedita in tutti i modi la formazione di una gros-
sa unità organica.
Non erano certamente sufficienti le due divisioni di salmerie, com-
poste dai reduci di quei reggimenti di cavalleria che avevano compiuto
le ultime cariche della storia in Russia, ed ora con i loro muli si erano
dimostrate indispensabili alle armate alleate nelle zone di montagna intor-
no a Cassino. Era determinante dare un contributo più attivo allo sforzo
bellico, sia potenziando il ruolo delle nostre Forze Armate, sia fornendo
i gruppi partigiani di più armi e di un comandante, generale dell'esercito
regolare.
Anche in questo campo il Luogotenente ereditava una situazione dif-
ficile e complessa, dovendo affrontare gli Alleati senza la necessaria com-
pattezza interna.
Sulla onerosità del famoso "biglietto di ritorno" che l'Italia avrebbe do-
vuto pagare, l'aiutante di campo generale di Vittorio Emanuele III, aveva
già annotato sul suo diario, quello che poi sarà il giudizio storico di Ca-
cocci e Kogan: ''gli anglo-americani ci tengono per il collo e ci adoperano come
vogliono", ma aveva esteso i termini del problema al comportamento del
governo italiano, aggiungendo che Badoglio era "la loro marionetta" . 07)
Secondo Giovanni Artieri "il raffreddamento di Badoglio nei confronti della
rinascita militare risentì delle pressioni dei partiti politici e del preordinato disegno,
come scrive il Croce, suo e del conte Sforza per la soluzione del problema del Re.
Ogni, anche minore, successo militare si rifletteva sulla bandiera con lo stemma dei
Savoia e rafforzava il prestigio della Monarchia. Ciò non volevano i partiti politici
(16) N. Kogan, L'Italia e gli Alleati, Milano 1963, p. 91.
(17) P. Puntoni, Diario, Milano 1958, p. 175 .
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