Page 110 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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              e l'opinione  anglo-americana  interpretata  da  Sforza.  Si  vedeva  chiaro  l'errore  di
              consentire al Re la collaborazione militare, donde una campagna insinuante perché
              non  venisse  modificato il concetto  degli italiani cattivi combattenti,  anche se  brava
              gente  incapace  di  grandi  cose" .08)
                   Certo è che il Luogotenente si doveva confrontare con una Commis-
              sione Alleata alla cui scarsa simpatia per l'Italia si  assommava la  pregiu-
              diziale ostilità che i molti ufficiali, vicini al partito laburista, non nascon-
              devano  nei  riguardi  del  rappresentante  di  Casa  Savoia.
                   Come  se  non  bastasse,  sir  Harold Alexander,  comandante  del  15 °
              Gruppo di Armate, aveva dimostrato la sua animosità contro il nostro Paese
              già  durante  le  drammatiche giornate  dell'armistizio.

                   In questo contesto sfavorevole soltanto un intervento del primo mi-
              nistro inglese poteva modificare la condizione italiana. In agosto il principe
              Umberto venne a sapere che Winston Churchill era giunto sul fronte ita-
              liano per ispezionare il Gruppo di Armate. Attraverso l'ambasciatore .in-
              glese a Roma, con il quale si era instaurato un ottimo rapporto personale,
              il Luogotenente, che era stato tenuto all'oscuro  della  visita  dal Comando
              di Caserta, chiese di poter incontrare il primo ministro. Una volta cono-
              sciuta la disponibilità di Churchill, Umberto fece  sapere che il loro incon-
              tro  avrebbe  dovuto  essere  preceduto  da  un  colloquio  del  premier  bri-
              tannico con  il  Capo del governo italiano.  Gli  echi  degli  incontri romani
              si ritroveranno nelle sue memorie, laddove Churchill ricorderà di aver par-
              lato con gli uomini sopravvissuti al ventennio fascista,  alla guerra, all'in-
              vasione, all'occupazione e all'amministrazione alleata: erano i capi dei partiti
              politici del CLN, "nessuno  - annotava con una certa malizia - era tale per
               mandato  del corpo  elettorale" .09)  Ben  diverso  fu  il  giudizio  di  Churchill  su
              Umberto.
                   "La sua potente ed attraente personalità, la padronanza dell'intera situazione
               militare e politica erano davvero motivo di conforto ed io ne trassi un senso di fiducia
                                                                                 20
              più vivo di quello che .avevo provato durante i colloqui con gli uomini politici''. < l
                   L'incontro con  il Luogotenente  era  stato determinante:  dopo  il suo
               svolgimento Churchill affidò al generale Browning l'addestramento dei sei
               Gruppi di combattimento che,  poco dopo, sarebbero stati resi  operativi.


               (18)  G.  Artieri,  Cronaca  del  Regno d'Italia.  Dalla  Vittoria  alla  Repubblica,  Milano  1978,
                   p.  148.
               (19)  W .  Churchill,  La  seconda  guerra  mondiale,  Milano  1955,  VI,  l, p.  143.
               (20)  Ibidem,  p.  148.








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