Page 120 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               storico, filomonarchico  come Attilio Tamaro, ha scritto che il  modo con
               cui il re e i suoi generali abbandonarono Roma, diede ad "un atto necessario
               l'aspetto  di  una fuga  vergognosa" .o o>  Il  re  e i suoi generali  in fuga  non ave-
               vano  pensato di  diramare gli  ordini necessari  per una  difesa  coordinata
               del  territorio  italiano  e  dovunque  oltremare  si  trovassero  forze  italiane.
               Rimane inspiegabile, come ha scritto Elena Aga Rossi,  come mai né il re,
               né il Comando Supremo, né lo Stato Maggiore, abbiano avvertito il dovere
              . di emanare, almeno dopo l'annuncio dell'armistizio, l'ordine di esecuzio-
               ne della  "Memoria 44" che stabiliva la  difesa armata contro i tedeschi. o o
               L'ambiguo proclama sull'armistizo letto dal maresciallo Badoglio fu, inve-
               ce,  interpretato in Italia e anche all'estero come la  fine  della guerra. Alla
               data del 9  settembre, Macmillan scriveva alla moglie  "Ho  l'impressione che
               la gente  lì [in Gran Bretagna} pensi che con  l'armistizio la guerra in  Italia sia
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               finita  e, invece, inizia proprio adesso ... " .0 > Nel generale equivoco, il  soldato
               italiano (oltretutto lasciato a se stesso) risolse il problema dal punto di vi-
               sta personale con la psicologia elementare del "tutti a casa". E qualora questa
               interpretazione basata sulla disorganizzazione e sulla psicologia elementa-
               re del soldato non soddisfi, se  ne dovrebbe avanzare un'altra di carattere
               sociologico ben più radicale, che fa discendere la dissoluzione dell'esercito-
               massa dalla opposizione della nazione a combattere per la monarchia, che
               l'esercito-massa  sentì  ormai  delegittimata.
                    Questa l'atmosfera, questi i fatti che occorre richiamare per spiegare
               le prese di posizione delle forze politiche che si agitavano, scompostamen-
               te  certo,  in modo moralistico  più che  realistico,  nell'Italia liberata ed in
               quella occupata (anche i sentimenti, le emozioni e le passioni fanno parte
               della  realtà  di  un'epoca).
                    Che cosa chiedevano le  forze  politiche italiane? La  tendenza politica
               più intransigente chiedeva !"'epurazione" sic et simpliciter della monarchia,
               soluzione che avrebbe permesso all'Italia di transitare più facilmente dal-
               la  sconfitta  ad una  condizione  di  pari dignità  con  le  altre  nazioni  della
               coalizione  democratica.
                    La tendenza più moderata, rappresentata da Croce, si rifiutava altre-
               sì di collaborare con Badoglio e con il re,  ma riteneva essenziale per l'Ita-
               lia  mantenere  l'istituto  monarchico.  E  per  salvare  la  monarchia  aveva


               (10)  A.  Tamaro,  Due  anni di  storia.  1943-1945,  vol.  2,  Tosi,  Roma.
               (11)  E. Aga  Rossi,  Una  nazione  allo  sbando.  L 'armistizio  italiano  del  settembre  del  1943,  Il
                   Mulino,  Bologna  1993,  p.  152.
               (12)  H.  Macmillan,  Diario  di  guerra,  cit.  p.  311.








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