Page 124 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               della  dichiarazione di guerra.  Anche  il  consigliere venne sdegnosamente
               messo alla porta. Costui ebbe però la presenza di spirito di lasciare la let-
               tera della comunicazione ufficiale  nelle mani di  un usciere,  che la  conse-
              gnò ad un funzionario tedesco,  il quale appena l'ebbe scorsa si  precipitò
               a rimetterla nella tasca del consigliere, ormai già in strada. Troppo tardi:
               la  comunicazione in qualche modo era stata notificata.  "Couselor of Royal
               Embassy  replied that anyhow  notification  had been  made",  scrisse  Paulucci  di
               Calboli  a  Badoglio.09)
                   Gli Alleati  consideravano la  dichiarazione di guerra alla  Germania
               come un atto dovuto. In pratica, il sovrano la  dovette subire quasi come
               un ultimatum. Non fu  perciò un atto contrattato (ciò offre un'altra spie-
              gazione delle  titubanze del  sovrano),  in  esecuzione  del  quale il  Governo
               del Sud potesse conseguire l'alleggerimento delle  condizioni dell'armisti-
               zio.  Gli Alleati facevano  invece dipendere questo eventuale alleggerimen-
               to  dall'effettivo concorso che  Governo del Sud avrebbe dato alla guerra.
               "Pagamento  in  base  ai risultati":  questa  fu  la  formula  brutale adottata da
               Churchill,  anche  se  nei  fatti,  le  direttive del governo britannico  nei  con-
               fronti dell'Italia concorsero a disfare, invece che ad organizzare, la ripresa
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               dello  sforzo  bellico  dell'esercito  del  Sud.  < 0>
                   Gli Alleati avevano anche collegato la cobelligeranza alla politicizza-
               zione del governo.  Di lì a poco,  il comunicato della conferenza tripartita
               di  Mosca  l'avrebbe sollecitata.  Gli  americani,  in  particolare,  speravano
               che attraverso il coinvolgimento delle forze  politiche, il Governo del Sud
               sarebbe  arrivato  alla  realizzazione  effettiva  dello  stato  di  guerra.
                   Poche settimane dopo l'armistizio gli  anglo-americani  si  erano  resi
               conto che la Commissione Militare non avrebbe potuto a lungo governare
               l'Italia attraverso l'interposta persona di Badoglio, se la  sua posizione ri-
               maneva quella di semplice trustee (il fiduciario) personale dei termini armi-
               stiziali  assunti  con loro.  La  formula  della  cobelligeranza  doveva  rappre-
               sentare  una  patente di  legittimità  per  il  governo.



               (19)  DD/, Serie  Decima,  1943-1948, vol.  I,  N . 35,  p.  44, N . 45, p.  57.  Cfr.,  Il Ministero
                   degli Affari Esteri al servizio del popolo italiano.  1943-1949, a cura di Giuseppe Brusa-
                   sca, Tipografia MAE, Roma,  1949, p. 94 sg.  Le  circostanze della  notifica,  riferite
                   da  un  diplomatico  spagnolo,  in  A.  Tamaro,  op.  cit.,  vol.  II,  p.  110,  n.  18.
               (20)  Cfr.  M.  De Leonardis,  "Realtà  internazionale  del  Regno  del  Sud",  in: L'Italia  in
                   guerra, Il quarto anno- 1943,  cit.  p.  364. Rinvio all'articolo anche per l'esposizione
                   della  posizione  inglese  sulla  monarchia  italiana.








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