Page 126 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               situazione. Per quanto riguarda l'atteggiamento verso la  monarchia ed il
              governo Badoglio, è noto che l'amministrazione americana nel  suo  com-
               plesso, a differenza di quella inglese, si caratterizzava per una spiccata po-
               sizione antimonarchica. Il segretario di Stato Cordell Hull si  distingueva
               in questo atteggiamento. Egli  '' was no t at ali sympathetic to the idea of keeping
               King Victor Emmanuel on the throne". E alla stessa stregua considerava Bado-
              glio  idoneo unicamente a firmare l'armistizio, ma non al compito di go-
                              2
              vernare  l'Italia.  (2 )
                   James Miller ha sostenuto che il Dipartimento di Stato aveva gestito
               il  rimpatrio degli  esuli antifascisti residenti in America per creare un'al-
               ternativa al governo del re e di Badoglio. Con il favorire il ritorno in Italia
               degli esuli, in primo luogo del conte Carlo Sforza, si voleva ostacolare l'a-
               zione britannica volta a rafforzare l'istituzione monarchica, attraverso la
               prevalenza che la Gran Bretagna aveva nella Commissione Alleata di Con-
               trollo.<23)  Sforza, evidentemente, sapeva di godere in ogni caso dell'appog-
              gio americano, anche se appena arrivato a Bari venne meno all'impegno
               di sostenere il governo Badoglio, assunto prima della partenza dagli Stati
               Uniti,  sia  con  il  segretario  di  Stato  aggiunto  Adolf A.  Berle Jr.,  sia  poi
               di  passaggio  in  Gran Bretagna  con  Churchill.
                   Gli americani manifestavano impazienza contro un governo privo di
               legittimità e di rappresentatività democratiche ("Non dobbiamo dimenticare
              di avere dietro le spalle dei popoli che hanno delle opinioni",  ricordò Eisenhower
               a Badoglioil 29 settembre, quando il maresciallo nel quadrato della "Nel-
              son"  avanzò la nomina di Dino Grandi a ministro degli Esteri nel governo
               nuovo "antifascista").  Certamente, un governo più rappresentativo sareb-
               be stato più attivo nell'organizzare lo sforzo bellico, anche se sarebbe sta-
               to  più  difficile  per gli  Alleati  controllare  le  retrovie  politiche  dell'Italia
               liberata.  Gli  americani  erano  più disposti  degli  inglesi  a  correre  questo
               rischio. Roberto Gaja,  allora giovane diplomatico giunto a  Salerno dalla
               Corsica, racconta di aver sentito funzionari e ufficiali americani della ACC
               dichiarare senza tanti giri di frase  che essi  erano sbarcati in Italia con il
               programma politico di instaurare la  repubblica, e con il programma eco-



               (22)  The  Memoirs  ofCordell Hull,  vol.  2,  Macmillan,  New York,  1948, vol.  II,  p.  1550.
               (23)  ].  E. Miller,  "From Salerno to Cassino: Testing Roosewelt's Great Power Politics,
                   1943-45", in:  1944, Salerno  Capitale,  cit.  p.  69. Infatti, diciotto (18) delle ventidue
                   (22)  sottocommissioni  in  cui  si  divideva l' ACC,  erano  dirette  da  ufficiali  inglesi.
                   Cfr.,  E.  Aga .Rossi,  "La  politica  degli  Stati  Uniti  verso  il governo  Badoglio",  in:
                   1944,  Salerno  Capitale,  cit.,  p.  50.                   ·








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