Page 131 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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LA  RIPRESA  DELLE  RELAZIONI  INTERNAZIONALI  DEL  REGNO  DEL  SUD   131

                    Non rimaneva che la politica di riserva di appoggiarsi all'URSS. Se-
               condo le  mie ricerche e le  informazioni acquisite in vari colloqui con gli
               allora giovani funzionari del "piccolo ministero", il demiurgo della svolta
               di  Salerno  fu  Renato  Prunas.  Meglio  dei  suoi  colleghi  aveva  capito  che
               i sovietici avevano uno speciale interesse ad estendere la loro zona di in-
               fluenza nel Mediterraneo, dal quale venivano sostanzialmente esclusi. Con
               molta  probabilità,  Prunas  si  era  incontrato  con  Bogomolov,  rappresen-
               tante sovietico presso il "Comitato di Algeri", mentre da Lisbona rientra-
               va a Brindisi. Come altri osservatori occidentali in quel periodo, Prunas
               era incline a interpretare l'interesse staliniano per la geopolitica come un
               segno  della  trasformazione  del  comunismo  in  nazionalismo  russo.  E  se-
               condo i  canoni della  tradizionale  politica  internazionale  non  ebbe esita-
               zioni  ad  inserirsi  nei  contrasti  della  "grande alleanza".

                    Il 6 dicembre, Prunas aveva cercato di avvicinare Visinskij nel corso
               della visita a Brindisi del Comitato Consultivo, di cui il viceministro degli
               Esteri  era  autorevole  membro.  Ma  non gli  è stato  possibile  incontrarlo,
               anche per un certo ostruzionismo praticato dagli anglo-americani. Un mo-
               dello di comportamento, probabilmente, Prunas lo trasse dalla lettura del-
               le vicende del CFLN (Comité Francais de Liberation National) contenute
               nel rapporto ricevuto il 20 dicembre dal console a T~ngeri Alberto Berio.
               Prunas lesse con dovizia di particolari come il "Comitato di Algeri"  aves-
               se cercato di scrollarsi di dosso il pesante controllo anglo-americano avvi-
               cinandosi  all'URSS:  la  prima mossa  era  stata  di  riportare alla  legalità il
               partito  comunista  francese.  La  diplomazia  sovietica  aveva  poi  allargato
               la breccia aperta nel controllo anglo-americano, riconoscendo il "Comita-
               to di Algeri'' come ''le Représentant des intérets de la République Francais' ', for-
               mula assai più ampia di quella usata dagli anglo-americani. Anche in questo
               affare,  politica  interna e  politica  estera  si  presentavano  come  due  facce
               della  stessa medaglia. Nonostante che  Berio battesse, appunto, il  chiodo
                                                                         4
               della diffidenza alleata nei confronti del generale De Gaulle,<3 l  ciò, a  no-
               stro avviso, non valse a distogliere Prunas dal guardare alla politica sovie-
               tica del "Comité Francais" di Algeri come ad un precedente, ad una prova
               generale, a cui avrebbe potuto ispirarsi anche la diplomazia del Governo
               del  Sud.
                    Il segretario generale informò i giovani diplomatici circa i vantaggi
               di una tale operazione, ma non fece consultazioni. A prescindere da qua-


               (34)  E.  Serra,  op.  cit.,  p.  46.








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