Page 127 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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LA RIPRESA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI DEL REGNO DEL SUD 127
nomico della trasformazione dell'Italia in senso industriale, per cui alme-
no il 50% della popolazione agricola avrebbe dovuto riconvertirsi indu-
strialmente ed inurbarsi. E non si poteva governare un processo di
riconversione industriale senza un forte partito socialista. Quando venne
fuori, invece, un partito democristiano, aggiunge Roberto Gaja non senza
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una punta d'ironia, non ci capirono più niente.< l Tuttavia, sul piano po-
litico all'indomani dell'armistizio e almeno fino alla fine di marzo del 1944,
l'amministrazione americana sostenne il re e Badoglio, assecondando, pur
con crescente avversione, la posizione del Foreign Office e di Churchill,
che accompagnava ragioni di "opportunità militare".
L'argomento forte sostenuto da Churchill con l'amministrazione ame-
ricana era che convenisse anteporre le ragioni militari alle questioni poli-
tiche. Perciò sarebbe stato opportuno, oltre che necessario, mantenere lo
status quo istituzionale in Italia almeno fino a quando gli Alleati non fosse-
ro stati a Roma. Questo concetto fu espresso per la prima volta da Chur-
chill privatamente a Macmillan, quando il primo ministro passò da
Marrakech in viaggio per la conferenza di Teheran. E già in quella occa-
sione avrebbe usato la celebre metafora della caffettiera ("Quando voglio
sollevare una caffettiera che scotta, preferisco tener/a per il manico"). Altre circo-
stanze avevano concorso al rafforzamento del governo Badoglio. La libe-
razione di Mussolini dal Gran Sasso e la nascita della Repubblica Sociale
a v eva no consigliato gli Alleati di rafforzare e non di indebolire l'autorità
del re. L'istituto monarchico nell'ottica britannica soprattutto, avrebbe con-
teso meglio di qualsiasi altra istituzione la legittimità alla Repubblica So-
ciale, proclamata al Nord. A ciò bisogna aggiungere che l'amministrazione
americana scontava sulla questione italiana una impreparazione di fondo.
Gli inglesi, al contrario, applicavano contro l'Italia gli schemi di quella
politica punitiva tesa a distruggere definitivamente le basi della potenza
italiana.< 25 l Occorreva perciò perpetuare la condizione di Stato vinto, con
la parvenza della legittimità conferita dalla continuità dell'istituzione mo-
narchica, che si voleva mantenere, sia ai fini di contenere il rivoluzionari-
(24) Testimonianza all'A., Roma, 7 febbraio 1984. Cfr., R. Gaja, Le scelte fondamentali
della politica estera italiana nel dopoguerra. Quaderno di politica estera N. 96, Circolo
Studi Diplomatici, Roma 1979, p. 12 Cfr.,]. L. Harper, L 'America e la ricostruzione
dell'Italia. 1945-1948, Il Mulino, Bologna, 1987.
(25) Si veda a questo proposito A. Varsori, "L'atteggiamento britannico verso l'Italia
(1940-1943). Alle origini della politica punitiva" , in: 1944 Salerno Capitale, cit., p.
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