Page 134 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               nuto politicamente opportuno adattare alla situazione italiana la soluzio-
               ne  rivoluzionaria, presa invece a proposito della  Germania, con la  costi-
               tuzione del "Comitato per la Germania Libera" nel luglio  1943 a Mosca.
                   Lo  storico  Mikhail  Narinskij  ha  invece  capovolto  l'interpretazione
               di  Giuseppe Vacca.  Egli  ha sostenuto che Togliatti  prima di  partire per
               l'Italia sosteneva ancora la  linea adottata in quel momento dai  dirigenti
               del PCI nel paese, e particolarmente nel Sud, rimasta ferma alla richiesta
               dell'abdicazione  del  re  e  delle  dimissioni  di  Badoglio.
                   Lo storico russo precisa anche che nella notte del  14 marzo Togliatti
               fosse  stato  ricevuto  da Stalin,  il  quale  alla  presenza  di  Molotov,  gli  fece
               cambiare  idea  e gli  impartì  tre  direttive  sulla  questione  italiana:
                 "i comunisti  non  devono  chiedere  l'immediata  abdicazione  del  re;
                 possono  entrare  nel governo  Badoglio;
                 devono concentrare tutti gli sforzi in direzione della creazione di un ampio fronte
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                 nazionale per  la  lotta  contro  la. .Germania  hitleriana". < 0
                   I risultati di questo colloquio furono riferiti da Togliatti a Dimitrov,
               che li  appuntò  nel  Diario che  compilava giorno dopo giorno.  Narinskij
               non ha potuto vedere il resoconto verbale relativo all'incontro di Togliatti
               con  Stalin.  La  prova  addotta,  benché  importante,  è dunque  indiretta,  e
               anche i riferimenti cronologici appaiono errati. Togliatti il  13  marzo era
              già al Cairo. Secondo la cronologia fino.ra  nota, e mai contestata, Togliatti
               era partito alla fine di febbraio da Mosca in volo per Baku, Teheran, Cai-
               ro,  Algeri,  dove  era giunto  il  21  marzo,  e  da  dove  aveva  proseguito  in
               nave  per  Napoli.  Di  passaggio  al  Cairo,  il  13  marzo  scrisse  una  lettera
               al giornale "Fronte Unito", che usciva da qualche mese a cura di comuni-
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               sti  e  democratici  italiani  < l.
                   Tradotta in politica internazionale, la tesi sostenuta da Narinskij riac-
               credita la tradizionale (ed antica) politica russa verso l'Italia, inaugurata


               (41)  Cfr.,l'intervista di Jolanda Bufalini a Narinskij, "Badoglio? Togliatti non voleva",
                   in  L'Unità,  23  settembre  1994,  p.  2  (Cultura).
               (42)  Cfr.  Marcella e Maurizio Ferrara, Conversando con  Togliatti. Edizioni di Cultura So-
                   ciale,  Roma,  1953,  p.  312,  e la  ricostruzione  di  L.  Cortesi,  "Palmiro Togliatti  e
                   la  'Svolta  di  Salerno'  e l'eredità gramsciana (tredici  documenti  del  marzo-giugno
                   1944, uno dell'aprile  1945)", in  Belfagor,  a.  XXX,  N.  l  (gennaio  1975), p.  1-44.
                   C'è da dire che Cortesi sosteneva appunto la  tesi della  'svolta di Salerno'  come di
                   una pura e semplice applicazione della  linea staliniana per l'Italia.  Anche Wictor
                   Zaslavskij ed Elena Aga  Rossi  concordano con la  tesi sostenuta da  Narinskij.  Cfr.
                   Dino Messina, Salerno 1944, "La svolta di Stalin", in Corriere della Sera,  17 settem-
                   bre  1994,  (Cultura  e  Spettacoli).








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