Page 138 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
P. 138

138                                                   GIORGIO  PETRACCHI

                    C'è  da  dire di  più:  dopo  averla  provocata,  Prunas e  Badoglio  non
               seppero sviluppare l'apertura con Mosca.  Suscitò un certo sgomento nel
               governo, per esempio, la  richiesta sovietica di ottenere un campo d'avia-
               zione  in  Puglia.  E quando gli  anglo-americani  reagirono  con  il governo
               di Mosca e con quello  di Salerno,  rafforzando le  misure del controllo, la
               diplomazia italiana non fu in grado, nonostante qualche timido tentativo,
               di impostare una politica nuova nei confronti dell'URSS.  Forse si era cal-
               colato di discutere con i sovietici un pre-trattato di pace? Si era forse pen-
               sato di conoscere in anticipo le loro  intenzioni? In ogni caso,  l'appoggio
               sovietico si dimostrò inefficace (e mancò all'Italia soprattutto al momento
               del trattato di pace). La diplomazia sovietica aveva già raggiunto lo scopo,
               che  era  quello  di  entrare  in  contatto  diretto  con  la  situazione  italiana.  ·

                    L'effetto  di  trascinamento  della  ripresa  delle  relazioni  con  l'URSS,
               infatti, produsse conseguenze solo nella politica interna, con l'ingresso dei
               comunisti nel governo Badoglio. Si  trattò del primo compromesso istitu-
               zionale,  per cui,  in cambio  della  continuità dello  Stato,  una  rivoluzione
               mancata veniva risarcita (la metafora è di Piero Calamandrei) con una ri-
               voluzione  promessa.  Questo  compromesso  incrinò la  struttura  della  na-
               zione  di  impronta ottocentesca,  sintesi  più o  meno  riuscita  di  Nazione-
                           48
               Patria-Stato. < l
                    Ma più di ogni altra considerazione di successo immediato o media-
               to, si deve mettere in conto che l'iniziativa unilaterale italiana con l'URSS
               fece  precipitare la credibilità del nuovo governo nell'opinione degli allea-
               ti.  Quel "coup de théatre" rispondeva ai  canoni della vecchia politica di
               potenza e nelle condizioni del bipolarismo del dopoguerra prefigurò l'Ita-
               lia come soggetto internazionale politicamente inaffidabile. E in virtù del
               compromesso monarchico-comunista la  politica italiana divenne il  terre-
               no  - scrisse  Agostino  degli  Espinosa  nel  suo  tormentato  libro  - in  cui
               anglo-americani da una parte e sovietici dall'altra avrebbero compiuto le
                                                                           4
               mosse  della  loro  politica,  e  si  sarebbero  sorvegliati  a  vicenda.< 9l





               (48)  Nella  proposizione  "compromesso  monarchico-comunista",  ciò  che  deve  colpire
                   non è la  parola  "compromesso", ma il  livello  della  sua  realizzazione. Se  si  vuole,
                   anche l'Unità d'Italia avvenne attraverso un analogo compromesso tra Vittorio Ema·
                   nuele  II  e Giuseppe Garibaldi;  ma il  livello  di  quel compromesso  fu  ben altro,  e
                   la  monarchia  vi  giunse  da  un  passato  di  forza  e  di  prestigio.
               (49)  A.  Degli  Espinosa,  op.  cit.,  p.  418.








   II-VOLUME-QUINTO_ANNO.indd   138                                                     07/03/16   14:59
   133   134   135   136   137   138   139   140   141   142   143