Page 143 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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ESERCITO  E COBELLIGERANZA                                         143


               per avviare quella collaborazione, costata molto, all'Esercito in particola-
               re. E, in ultima analisi, meglio lumeggerebbe il merito acquisito da quegli
               uomini - pochi  fra  molti - che,  affardellati  da  un  pesante onere che si
               erano voluti accollare, seppero ridare credibilità e dignità al combattente
               italiano.
                    Un  compito  reso  ancora  più difficile  dallo  stesso  fronte  interno,  il
               Paese,  che con il  suo lassismo influiva negativamente e pesantemente sul
               morale delle  truppe.  Ancora  nel  1944, infatti,  cioè a  distanza di  diversi
               mesi dall'armistizio, le masse non avevano smesso di incitare i soldati alla
               diserzione, di "consigliare" ai volenterosi di lasciar fare la guerra agli al-
               leati, di pensare soltanto a salvare la pelle ( come sempre, in Italia la dife-
               sa in genere è un argomento che non riguarda gli italiani ma si preferisce
               delegarla  ad altri).
                    L'atteggiamento ostile,  inoltre, dei  partiti politici e della gran parte
               della stampa verso i militari, quasi che la responsabilità della rovinosa scon-
               fitta dovesse essere attribuita soltanto a loro, aveva contribuito non poco.
               a mantenere un generale clima di astio e di malanimo tra militari e civili.
               Eppure, ia tale situazione fu proprio il  1944, quell'anno, ad alimentare il
               risorgere di speranze in chi, nonostante tutto e, aggiungerei, nonostante quel
               tipo di cobelligeranza, ancora credette nei valori dell'istituzione militare.
                    Altro aspetto poco esplorato della storia sono le difficoltà che venne-
               ro  a determinarsi in campo addestrativo; gli  uomini, le  armi,  i mezzi del
                1°  R~ruppamento Motorizzato e del Corpo Italiano di Liberazione era-
               no stati grosso modo quelli delle unità già esistenti nel 1943; ma nel  1944
               l'ampliamento  delle  unità  combattenti  e  la  costituzione  dei  Gruppi  di
               Combattimento  comportarono  non  poche  difficoltà  anche  nelle  attività
               addestrative  dei  Quadri  e  delle  truppe,  in vista  dell'adozione  dei  nuovi
               equipaggiamenti  e  dei  nuovi  armamenti  ceduti  dagli  alleati.

                    Si  pensi a tutto l'enorme la vario, di cui si conosce poco, che dovette
               essere fatto per addestrare le unità ai vari livelli ad adottare i procedimen-
               ti di impiego delle unità anglo-americane; o lo studio delle sinossi relative
               alle armi e ai mezzi statunite.nsi e britannici, redatte in inglese, una lingua
               conosciuta da pochi, o all'addestramento per la cooperazione tra una uni-
               tà di fanteria italiana ed una di artiglieria alleata per il concorso di fuoco.

                    La preparazione dei Quadri, ad esempio, fu  tra mille difficoltà quel-
               la che più dava da fare e più impensieriva. Numerose le disposizioni ema-
               nate per l'addestramento dei  nuovi  comandanti di  minori unità.  Fu più








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