Page 146 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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rari e il tipo di armi da usare per tale servizio; e siamo nel dicembre 1944,
epoca in cui ormai era ben noto il ponderato atteggiamento delle autorità
militari italiane nei confronti dei civili.
Pesavano sui provvedimenti di ordine pubblico, oltre all'ingerenza
non sempre opportuna degli alleati, la facilità con cui personaggi di dub-
bia reputazione accedevano a cariche pubbliche, la ferocia con cui giorna-
li e partiti di tendenze estremiste si accanivano contro l'Esercito, le infinite
e cavillose diatribe tra il potere politico e quello militare sulle competenze
in materia.
Ancora nel giugno del 1944, ad esempio, mentre avvenivano gravi
disordini nei territori liberati, mentre bande armate assalivano unità del-
l'Esercito a colpi di bombe a mano, mentre sottufficiali e militi dell'Arma
dei Carabinieri soccombevano di fronte ad assalti proditori in numerose
stazioni territoriali, si cavillava sulla procedura relativa all'approvazione
ed all'emissione di un bando per combattere le "associazioni a delinque-
re" e per decretare la consegna obbligatoria delle armi nei territori passa-
ti all'amministrazione italiana. (9)
Uno studio sull'ordine pubblico metterebbe in luce anche quali furo-
no i reali rapporti tra Esercito e Paese in quel periodo così complesso e
tormentato; certamente difficili, specialmente per l'Esercito che, per la se-
conda volta nella storia unitaria, dopo la repressione del brigantaggio, as-
sumeva pesanti compiti di polizia (un compito che gli sarebbe toccato per
la terza volta, ma in modo più "soft", cinquant'anni dopo con le opera-
zioni in concorso alle forze di polizia per la tutela e la salvaguardia della
sicurezza denominate "Forza Paris" in Sardegna, "Vespri Siciliani" in Si-
cilia e "Riace" in Calabria).
È pur vero, inoltre, che innegabilmente e finalmente un tale contri-
buto porrebbe aiutare a comprendere anche dove, quando e come nasce
in Italia nel dopoguerra un certo tipo di gretto antimilitarismo, che ha
avuto, per mezzo secolo, riflessi determinanti nei rapporti tra cittadini e
militari, e sulla stessa condizione militare.
Ultimo per esposizione, ma non per importanza, appare degno di
studio il contributo fornito dall'Esercito alla lotta per la liberazione ed al-
la guerra partigiana. Se infatti la storiografia ha recuperato l'apporto dato
dalle Forze Armate alla guerra di liberazione, combattuta al fianco degli
(9) A.U.S.S.M.E., carteggio 13, busta 145.
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