Page 151 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               MARINA  E COBELLIGERANZA

               grazione,  e  che  quasi  nessun  conto  poteva essere  fatto  sulla  Regia  Aero-
                nautica, la cui massa di velivoli da combattimento e da caccia era rimasta
                sugli  aeroporti  occupati  dai  tedeschi.
                    Di fronte a  questo  disastro,  che minò la fiducia  degli  Alleati  nei  ri-
               guardi di una qualsiasi opera di  riorganizzazione militare richiesta dagli
                italiani, gli anglo-americani cercarono di evitare il prezzo politico che l'ap-
                poggio delle Forze Armate italiane avrebbe potuto comportare nel futuro,
                impegnando  poi  i  vincitori  al  tavolo  della  pace.
                    La  cocente deiusione rafforzò negli inglesi la volontà di vendetta.nei
                confronti dell'ex  nemico che,  non dimentichiamolo, li  aveva pur sempre
                duramente impegnati in tre anni di guerra; gli inglesi dovevano anche sod-
                disfare le  promesse  fatte  a  francesi,  greci,  jugoslavi,  arabi  ed etiopi  che
                chiedevano di imporre all'Italia una forte punizione, inclusi pegni territo-
                riali. Questo esigeva fosse attuata l'integrale applicazione delle formule ar-
                mistiziali,  e  quindi,  la  resa  senza  condizioni,  formula  che  il  maresciallo
                Badoglio  aveva  inutilmente tentato  di  far  cancellare,  anche offrendo  un
                maggior contributo militare di  ogni genere alle  operazioni belliche degli
                anglo-americani,  compresa  una  partecipazione attiva  della  flotta  contro
                il  Giappone.
                    Sono noti gli avvenimenti politici che portarono alla metà del  1944
                alla formazione di un governo a larga base democratica guidato dall'ono-
                revole Bonomi, che spianò poi la strada ai referendum del maggio  1946,
                e alla  costituzione  della  Repubblica, e  quindi  alla  ratifica  delle  punitive
                clausole  imposte  dal  trattato  di  pace  di  Parigi  del gennaio  194 7.

                    È anche abbastanza conosciuta, anche se non sempre considerata cor-
                rettamente, l'attività delle Forze Armate del Regno, che dovettero affron-
                tare lacerazioni interne e tutta una serie di  circostanze umilianti,  dettate
                dal  desiderio  di  voler  combattere i  tedeschi  per liberare  la  Patria  e  per
                rendere  meno  dure le  condizioni  imposte  dalle  potenze vincitrici.  Que-
                st'ultime dimostrarono chiaramente di non gradire l'appoggio offerto da-
                gli  italiani.
                    Lo stesso generale Alexander, Comandante in Capo del fronte italia-
                no,  affermò,  in una conferenza stampa del  1943 che dagli  italiani erano
                state accettate  soltanto  due  forme  di  aiuto;  i  Carabinieri per mantenere
                l'ordine,  e le  truppe che stavano fornendo  lavoro, le  così  dette Salmerie.
                    Lo stato di cobelligeranza, dichiarato dai governi alleati subito dopo
                che Vittorio Emanuele III si era deciso, dopo molte resistenze, a dichiarare








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