Page 156 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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156 RENATO SICUREZZA
Gli Alleati mostrarono di apprezzare moltissimo la collaborazione of-
ferta in piena onestà d'intenti dalla Regia Marina. Tanto veniva richiesto,
e tanto veniva fatto, con efficienza ed alta professionalità. Si voleva "fare
di più", ma si comprendeva la situazione; non si poteva.
L'apprezzamento per il lavoro svolto fu espresso all'ammiraglio de
Courten dall'ammiraglio britannico Morgan, all'epoca Comandante della
zona navale di Taranto, in una lettera tipo "lip-service" , per usare una
espressione americana forse poco elegante, ma efficace.
Non mancava l'ammiraglio Morgan nella sua lettera di elencare le
numerosissime attività svolte, quali ad esempio "La scorta di più di 5000
navi con la perdita di due sole navi", né di elogiare le numerosissime missioni
"coronate da pieno successo" ... , per il " ... recupero di informatori, sabotatori, pat-
tuglie da ricognizione, sbarco di rinforzi e materiale di ogni genere, nel recupero di
prigionieri di guerra, e molte altre imprese simili''.
Nei pochi casi di missioni speciali abortite per motivi vari, l'ammi-
raglio Morgan volle sottolineare che: "In nessuna occasione vi è stato insuccesso
dovuto a mancanza di volontà, determinazione o coraggio da parte degli Ufficiali
e Marinai italiani che armavano le unità partecipanti. Considero ciò un ottimo ri-
sultato e voglio congratularmi con tutti, Ufficiali e personale, non solo per la loro
condotta ed il loro valore, ma anche per la maniera efficacissima e soddisfacentissi-
ma con cui hanno portato a termine queste importanti missioni'' .
Né mancò lo scrupoloso ammiraglio di elogiare l'ottimo supporto tec-
nico e logistico fornito dagli Arsenali della Regia Marina. Infine dopo aver
affermato che il contegno dei marinai italiani gli era sempre apparso esem-
plare, reggendo ''molto favorevolmente il paragone con la tradizione di qualsiasi
Marina del mondo", l'ammiraglio Morgan concludeva la sua lettera soste-
nendo: "Posso soltanto dire che sono onorato e fiero di aver conosciuto e di aver
avuto a che fare con uomini che hanno dato un così largo contributo allo sforzo belli-
co contro il nostro comune nemico, e che di fronte ad esso hanno, in tutte le occasioni,
dimostrato un non comune coraggio ed un completo disinteresse per la difesa personale''.
La lettera è del gennaio 1945. L'attività della Regia Marina continuò
intensissima fino alla fine della guerra. Ma i meriti di questa preziosa col-
laborazione, condotta con grande capacità professionale, con orgoglio quasi
puntiglioso, non ebbero in sede politica alcun riconoscimento. Il valore
di questa cobelligeranza, in più occasioni dichiarata dai nostri governan-
ti, non trovò riscontro nel Trattato di pace del gennaio 194 7, che assegnò
agli Alleati gran parte della flotta, in conto danni di guerra.
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