Page 152 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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              guerra alla Germania, restò una formula di compromesso. Esso  non cam-
              biò lo  status dell'Italia, definito nelle  relazioni e nella politica internazio-
              nale tra .britannici e statunitensi, i quali tramite la  Commissione Alleata
              di Controllo, avrebbero imposto le loro regole ad un paese che era ormai
              diventato un campo di battaglia in cui si combattevano motivi ideOlogici
              e  interessi  mondiali.

                   In definitiva le potenze alleate, il cui comportamento in sede armisti-
              ziale è da giudicare quanto meno ambiguo, se non ingannevole, continua-
              rono per tutta la campagna d'Italia ad esercitare una politica coercitiva.
                   Anche le  imprese militari svolte dagli  italiani contro i tedeschi,  im-
              prese condotte generalmente con determinazione, valore ed entusiasmo (si
              trattava di liberare il territorio nazionale e riscattare il prestigio militare)
              poco servirono a mitigare le condizioni imposte dagli Alleati. Né si tenne
              debito conto dell'attività partigiana e degli organismi della Resistenza, che
              fu  indubbiamente considerevole, anche se  probabilmente sopravvalutata
              da  un  punto  di  vista  strettamente militare.
                   La campagna d'Italia, dal golfo di Salerno alle Alpi, fu  quasi esclusi-
              vamente combattuta dagli angloamericani, con il concorso di altri contin-
              genti  delle  nazioni  alleate  e  delle  colonie,  e  con  un  appoggio  ridotto  di
              unità combattenti italiane.  Fu invece  assai  più ampia,  e molto  utile per
              la causa alleata, l'attività logistica delle Forze Armate del Regno svolta da
              centinaia di migliaia di uomini adibiti a compiti di retroguardia e di sal-
              merie; compiti peraltro pur sempre fondamentali nel quadro dello sforzo
              bellico  complessivo.
                   L'attività di cobelligeranza di Esercito ed Aeronautica è descritta in
              altre relazioni di questo volume. Le due Forze Armate, anche se con note-
              voli  limiti,  ebbero  modo  di  "esprimersi"  da  un  punto  di  vista  bellico.
                   Alla  Marina, che pur disponeva ancora di un buon numero di  navi
              in grado di dare un valido contributo alla causa alleata, non fu  quasi mai
              permesso  di  impegnarsi in combattimento  contro  il  nuovo  nemico,  con
              grandissima  delusione  di  tutta  la  Forza  Armata,  in  particolare  degli
              equipaggi.
                   La  :Q..egia  Marina, che nei giorni dell'armistizio, oltre a lamentare la
              perdita della  corazzata Roma e di altre unità aveva  dovuto abbandonare
              ai tedeschi ben 327 navi di ogni tipo, anche se in gran parte non poteva-
              no essere utilizzate perché autoaffondate o sabotate dagli equipaggi, e con-
              segnare il grosso della flotta agli anglo-americani, per rispettare i termini








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