Page 153 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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MARINA  E COBELLIGERANZA                                          153

               armistiziali, pagò fortemente anche l'illusione di ottenere condizioni di trat-
               tamento più favorevoli; infatti, nonostante un buon inizio di collaborazio-
               ne, fissato dagli accordi stabiliti il 23 settembre 1943 a Taranto tra l'am-
               miraglio  Cunninghan,  Comandante delle  Marine alleate,  e  l'ammiraglio
               de Courten, Ministro e Capo di Stato Maggiore della Regia Marina, l'ar-
               mistizio ratificato a Malta da Badoglio e da Eisenhower, con norme ancora
               più dure di quelle stabilite a Cassibile,  impose il  disarmo e la  smobilita-
               zione delle navi più potenti (corazzate ed incrociatori) per un lungo perio-
               do, ed assegnò alle restanti unità leggere (cacciatorpediniere e torpediniere)
               compiti  più  che  altro  di  carattere sussidiario.
                    In un momento in cui, con l'appoggio sul fronte di Cassino e lo sbar-
               co ad Anzio del21 gennaio 1944, erano richieste imponenti scorte ai con-
               vogli di rifornimento nell'intero Mediterraneo, frequentissimi bombarda-
               menti navali contro gli obiettivi costieri in possesso dei tedeschi, ed anche
               continue operazioni insidiose e di minamento nelle zone del Tirreno set-
               tentrionale e dell'Adriatico meridionale, alla Marina Italiana furono affi-
               dati  incarichi  offensivi  di  carattere alquanto  modesto.
                    In  particolare,  tali  incarichi  riguardavano  lo  svolgimento  di  azioni
               con mezzi sottili, soprattutto motosiluranti e Mas, unità particolarmente
               adatte per sbarcare agenti  o  sabotatori oltre le  linee  del fronte  terrestre,
               mentre ai cacciatorpediniere, alle torpediniere e alle corvette fu permesso
               di partecipare attivamente alla scorta di convogli lenti e locali, provenien-
               ti dalle zone del Nord Africa, di Malta, della Sicilia e della Sardegna, che
               facevano capo ai porti di Napoli e Taranto. Fu anche assegnata agli italiani
               la vigilanza anti sommergibile in talune zone del basso Tirreno e dello Ionio,
               compito che essi svolsero spesso in collaborazione con il naviglio alleato.
                    Salvo rare eccezioni, la protezione dei grandi convogli alleati che per-
               correvano il Mediterraneo, con truppe e rifornimenti per il  fronte  terre-
               stre,  continuò  ad  essere  per  tutta  la  guerra  un  compito  esclusivamente
               riservato alle marine britannica e statunitense, con l'appoggio e il contri-
               buto  di  unità  francesi,  greche  ed  anche  olandesi  e  polacche.

                    Inoltre gli alleati, sebbene necessitassero di appoggio alloro naviglio
               da guerra e mercantile,  fortemente  impegnato per rinforzare la  sacca  di
               Anzio,  che dovevano sostenere con continui bombardamenti navali con-
               tro gli  obiettivi costieri tedeschi,  non richiesero mai,  neppure per questi
               urgenti  compiti,  il  concorso  della  Re,gia  Marina.








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