Page 269 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica ed inseriti nella Raccolta Ufficia-
               le delle Leggi e dei Decreti. Inoltre si stabiliva che il Ministro Guardasigil-
               li  avrebbe  dovuto  apporre  il  proprio visto  e  il  sigillo  di  Stato  su  tutti  i
               decreti.  Nel caso in cui il  Ministro avesse sollevato un'eccezione alla  for-
               ma  oppure alla  sostanza  del  provvedimento,  quest'ultimo  sarebbe  stato
               sospeso  in  attesa  di  una  decisione  del  Duce  ed  un  parere  del  Consiglio
               dei Ministri. La reintroduzione delle prerogative di veto del Guardasigilli,
               che durante il ventennio erano state incorporate nei pieni poteri del Capo
               del Governo, rientrava in quel tentativo di " ritorno controllato alla legalità"
               che, almeno teoricamente, era stato tra i primi intendimenti del Governo.
               " In  questa situazione" , avrebbe scritto  nelle  sue  memorie il Ministro della
               Giustizia  della  RSI  Piero  Pisenti  " l'opera  legislativa  della  repubblica  sociale
               fu  veramente  complessa  e toccò  tutti  i  rami  della  vita  nazionale" .< l)
                    In ogni caso, al di là degli intendimenti di Verona e del comprensibile
               entusiasmo di  Pisenti, la  RSI  sarebbe rimasta  nel  corso  del  1944 in una
               situazione  straordinaria  e  provvisoria,  regolata  da  strumenti  altrettanto
               straordinari e provvisori, in attesa di  un'evoluzione positiva del conflitto
               che appariva- ormai alla maggioranza - sempre più improbabile. A quel
               punto si  rendeva necessaria soltanto la  formalizzazione del cambiamento
               istituzionale e l'emanazione di decreti che stigmatizzassero definitivamen-
               te la  fine  della  monarchia e la  conseguente trasformazione dello Stato  in
               Repubblica. I legislatori della RSI si sarebbero impegnati a "ripulire" l'or-
               dinamento legislativo  da qualsiasi  riferimento  diretto o  indiretto a  Casa
               Savoia. All'abolizione della lista civile del re e dell'appannaggio per i principi
               della  "ex casa regnante", si  aggiunsero il  proscioglimento dei dipendenti
               delle amministrazioni civili dal giuramento prestato al re, la soppressione
               degli  ordini  cavallereschi  non  conferiti  al  valor  militare  la  soppressione
               della carica di Ministro di Stato ed infine la confisca di tutti i beni mobili
               ed immobili di Casa Savoia.  A questi  provvedimenti, di  natura più sim-
               bolica che sostanziale, si aggiunsero i cambiamenti nominali negli organi
               centrali  e periferici dello  Stato:  i prefetti divennero  "Capi delle province";
               il Procuratore Generale del Re ed Imperatore venne ribattezzato " Procura-
               tore Generale della Repubblica". Di fatto si mantennero gli stessi organi delle
               precedenti istituzioni, modificandone più che le prerogative le denomina-
               zioni. Il tempo a disposizione era poco, le lotte intestine sempre più estese
               e la situazione politico-militare assai precaria per consentire a Mussolini


               (l)  Piero  Pisenti,  Una  repubblica  necessaria  (RSI),  Volpe,  Roma,  1977,  p.  120.








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