Page 365 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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364 JEAN-LOUIS RICCIOLI
C LE RAGIONI DEI DIVERSI ATTEGGIAMENTI
Le ragioni che hanno portato ai due diversi atteggiamenti sono piut-
tosto numerose e, in genere, dettate dal pragmatismo più che da con-
vmzwnt.
Le ragioni dell'atteggiamento rigido
Oltre al carattere vincolante delle istruzioni del GPRF, i documenti
permettono di trovare almeno due ragioni che giustificano la loro rigida
applicazione da parte dei militari francesi: il timore che bande armate creino
nella zona del fronte una situazione incontrollabile, timore al quale si de-
ve aggiungere quello dell'infiltrazione da parte di agenti nemici o comuni-
sti. Alcuni documenti dimostrano la preoccupazione da parte del capo della
4a DMM che la cattiva stagione provochi un flusso incontrollato di parti-
giani verso la Francia, con i rischi inevitabili che ciò comporta. Per que-
sta ragione, egli assume un atteggiamento prudente e raccomanda la
vigilanza ai capi dei sottosettori al fine di prevenire qualsiasi arrivo in
massa, sul territorio francese, di unità armate. Inoltre, lasciando passare
in Francia unità di partigiani, le autorità corrono il rischio di favorire l'in-
filtrazione di elementi nemici o indesiderabili che agiscono in gruppo o
isolatamente. A questo proposito, i testi lasciano trapelare il timore di ve-
dere arrivare agenti informativi del nemico. Ma, come lasciano intravede-
re le istruzioni del generale Sevez riguardanti il traffico sul confine, si teme
ancora maggiormente di vedere giungere unità armate infiltrate dai co-
munisti. I bollettini del servizio di informazione francese concernenti i par-
tigiani italiani rivelano questa preoccupazione. Di conseguenza, i gruppi
che si presentano nelle linee vengono sistematicamente disarmati nell'at-
tesa che gli ufficiali presenti siano sicuri della loro identità. Esiste, tutta-
via, una disparità di trattamento a seconda dell'origine geografica dei
partigiani. Infatti, i documenti insistono più volentieri sui partigiani della
valle d'Aosta che sembrano avere beneficiato di un trattamento di favore.
Infine, va completato il quadro della situazione ricordando l'impor-
tanza che avrebbe avuto per una applicazione rigida delle istruzioni go-
vernative un sentimento anti italiano. Questa affermazione richiede una
forte relativizzazione. In effetti, anche se questo tipo di atteggiamento è
abbastanza evidente nel comportamento di alcuni responsabili territoria-
li, i documenti non lasciano apparire niente di simile quando si tratta del-
le truppe che si trovano a contatto nelle Alpi (nord africani e FFI).
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