Page 370 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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I MILITARI ITALIANI NELLA
RESISTENZA BALCANICA
PIERLUIGI BERTINARIA
La situazione nei Balcani è emblematica poiché impegnò decine di mi-
gliaia di soldati italiani, prima inquadrati nelle formazioni regolari dell'Eser-
cito e poi inseriti nelle formazioni partigiane jugoslave, albanesi e greche.
Il Comando operativo del sud-est europeo, affidato ai tedeschi, aveva
stanziato le truppe italiane in Bosnia, Erzegovina, Montenegro, Albania, Grecia
ed Egeo alle dipendenze tattico-strategiche del generale Alexander Loehr.
Le unità italiane risultavano frantumate e disperse in centinaia di pre-
sidi mentre i tedeschi, si erano limitati a mantenere il controllo delle gran-
di arterie e dei valichi principali estendendo l'occupazione agli aeroporti
e ai centri fortificati. Era l'inizio della grande trappola in cui cadde l'Eser-
cito italiano, statico e privo di mobilità, all'atto dell'armistizio.
Così, se da una parte sono note le gravi insufficienze di Comando
delle Grandi Unità dal livello più alto fino a quello divisionale, dall'altra
si assiste alla sofferta ricerca, da parte delle unità di minor livello, di che
cosa fare, di che misure prendere, di che atteggiamento adottare.
La premessa inevitabile però è un'altra.
Tutte le unità sorprese dall'armistizio nei Balcani tendevano a rim-
patriare, a rientrare in Italia; in ciò aiutate dagli stessi tedeschi che ne pro-
mettevano il ritorno.
Sfumate ben presto queste prospettive, ci si accorse che l'unica via
da seguire era quella di affidarsi all'azione dei Comandanti minori più
decisi. Ciò in base all'accertamento di due riconosciute e palesi condizio-
ni di necessità:
la prima, derivata dalla valutazione delle intenzioni dei tedeschi, i qua-
li dove erano deboli tergiversavano, e dove invece erano forti non si
peritavano di neutralizzare brutalmente le iniziative degli italiani;
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