Page 373 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               uomini fortemente armati e sostenuti da lanci di paracadutisti e da rincal-
               zi  nei  punti  di  maggiore  interesse  e  sensibilità.
                   Cosa che fecero a Coo, nelle isole minori ed infine a Lero, dove i co-
               mandanti di  Marina  dimostrarono grandi  capacità decisionali  e morali,
               mat  rimanendo  avviluppati  da  dubbi  o  da  esitazioni.
                   Se  Cefalonia  costituisce la  pagina  più  bella  dell'Esercito  nella  resi-
               stenza,  Lero  indubbiamente la  rappresenta  per  la  Marina.
                   Ricordo che a Lero si realizzò, nonostante tutto, una interessante pri-
               ma  collaborazione  fra  italiani  ed  Alleati,  anche  se  la  battaglia  ebbe  per
               essi  differenti significati. Dopo Lero,  infatti, l'atteggiamento degli  inglesi
               verso gli  italiani cambiò. Il calore con  il  quale gli italiani si  erano battuti
               li  aveva  profondamente colpiti.


               In Grecia
                   Nel territorio greco era stanziata l' 11 a  Armata (Vecchiarelli), quella
               che è stata spregiativamente chiamata l'armata "s'agapò". Pareva infatti che
               la Grecia- soprattutto nelle aree di maggior urbanizzazione- avesse defini-
               tivamente infiacchiti i nervi ed il morale dei soldati e degli ufficiali italiani.
                   N o n è possibile altrimenti giustificare i troppi cedimenti di molti co-
               mandanti, anche di fronte ad esigui reparti tedeschi: è più facile ignorarli.
                   Divisioni intere si dileguarono al solo annuncio dell'armistizio, prima
               ancora che da Atene fossero diramati ordini. Si trattava di soldati da molti
               anni alle armi, provati dalla dura campagna sul fronte albanese e, successi-
               vamente, dalla sottile e snervante guerriglia, lontani da anni dalle loro case,
               malarici in proporzioni altissime, mal equipaggiati e polverizzati in presidi
               minuti, lontani fra di loro e da ogni contatto. Soldati che erano stati doloro-
               samente colpiti  dalla  tragedia  del  popolo greco,  decimato  dalla  carestia.
               Soldati  che  non  avevano  mai  simpatizzato  troppo  con  i  tedeschi.

                   Fu in quel clima che intere divisioni, come la Forlì,  la Modena,  la  Pie-
               monte,  la  Cagliari,  si  dissolsero come nebbia al vento.  Così  come accadde
               alla  Casale,  che  cadde  interamente  prigioniera  in  mano  tedesca.
                   Si  salvò dalla catastrofe la  divisione Pinerolo  che con le  sue unità oc-
               cupava la Tessaglia, un territorio dove era fortissima la presenza partigiana.
                    Fu così che la Divisione, per un atto di fierezza del suo Comandante
               (il generale Adolfo Infante), si trovò proiettata nel campo della resistenza,
               appoggiata e sostenuta in  questo  dalle  Missioni  militari alleate che  fian-








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