Page 377 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
P. 377
376 PIERLVIGI BERTINARIA
La sera dell'8 settembre, appena venuta a conoscenza della truppa
la notizia, il caposaldo fu invaso dalle truppe germaniche, già ubriache,
che cercavano di fraternizzare coi miei soldati. Feci intervenire degli uffi-
ciali loro poco discosti perché ogni promiscuità venisse evitata onde pre-
venire eventuali complicazioni e con due dei miei mi feci accompagnare
ad ispezionare i diversi settori del caposaldo portando, con la parola e
con la presenza, la calma e la tranquillità. Durante questo tempo, con uno
stratagemma, il capitano comandante delle SS prelevava due miei ufficiali
in servizio permanente effettivo: il Tenente Colonnello Ventura che non
era ancora partito per Levadia ed il Capitano Pontiroli. Venutone a cono-
scenza, faccio telefonicamente le mie rimostranze al comando tedesco, ed
il titolare si presenta a me chiedendo di parlarmi in privato e chiedendo-
mi se ero il comandante effettivo del presidio e se fossi disposto a passare
con tutto il mio reparto alle sue dipendenze, soggiungendo che tanto il
Generale Morandi quanto il Generale comandante la divisione Forlì ave-
vano dato l'assicurazione di combattere con l'armata tedesca. Chiesi ed
ottenni una dilazione ed insistetti che i due ufficiali presi quali ostaggi
fossero rilasciati, cosa questa che avvenne poche ore dopo. Al mattino del
9 mi giunse una circolare a firma Vecchiarelli, comandante 1'11a Armata,
nella quale si impartivano le disposizioni per la cessione delle armi pesan-
ti e d'accompagnamento ai tedeschi entro il 10 settembre. Non frapposi
tempo al tempo, presso il battaglione vi era il Tenente Mario Amerio del
3° reggimento granatieri quale ufficiale preposto all'ufficio 'T' e, cono-
scendo egli molti capi ribelli, lo invitavo a mettermi in contatto con essi,
cosa che avvenne il giorno 9 settembre alle ore 11.00; ne ottenni l' appog-
gio morale e materiale per poter passare alla montagna con tutti gli uomi-
ni e materiali trasportabili, non volendo continuare una guerra non sentita
a fianco di alleati che in Russia avevano assassinato tante migliaia di sol-
dati nostri.
Le comunicazioni telefoniche coi nostri comandi superiori erano in-
terrotte però avevo una radio trasmittente e ricevente ed il sottufficiale
che ne aveva il comando, Sergente Maggiore Centineo Giovanni, aveva
col collega della divisione Forlì un cifrario speciale da loro compilato e
mi poteva trasmettere dei fonogrammi senza pericolo di intercettazione
da parte tedesca.
Chiedo pertanto maggiori dettagli ed espongo il mio larvato intento.
Mi giunge però una negativa assoluta da parte del superiore Comando.
Verso le due pomeridiane riunisco a rapporto tutti gli ufficiali ed espongo
segret~mente il mio progetto, che viene accettato.
II-VOLUME-QUINTO_ANNO.indd 376 07/03/16 15:14