Page 372 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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I  MILITARI  ITALIANI  NELLA  RESISTENZA  BALCANICA               371


               coniugata  con  l'impossibilità assoluta per i  difensori  di  ricevere  aiuti  e
               rifornimenti o quanto meno di ripiegare e sfuggire all'offesa, costituisco-
               no  un  "non senso"  strategico di  proporzioni  inaudite.
                    Fu una battaglia rabbiosa e senza illusioni. Se vi fu illusione, fu quel-
               la  di  un  possibile  aiuto  dall'Italia,  ma  anch'essa  venne  presto  disillusa.
                    Per la  prima volta - nel corso dell'intero conflitto - la Wfhrmarcht
               era intervenuta in una barbara azione di rappresaglia, tanto dura quanto
               non  consona  alle  tradizioni  di correttezza  proprie dell'esercito  tedesco.
                    È indubbio che nella tarda estate del  1943 i tedeschi  erano in infe-
               riorità di forze in tutti gli scacchieri, e soprattutto in quello balcanico. E
               se le truppe italiane si fossero loro opposte in modo organico, coordinato
               e massiccio avrebbero potuto creare problemi gravissimi all'antico allea-
               to, mettendone in forse la stessa sopravvivenza, specie in aree eccentriche,
               strategicamente delicate, ma povere di grandi assi di comunièazione, co-
               me quelle greco-jugoslave.

                    Ma questo non basta ·a giustificare i folli ordini di Hitler, come non
               basta a giustificare l'acquiescenza dei suoi generali che li  eseguirono,  né
               l'efferatezza dei soldati che li compirono. Né risulta plausibile la tanto en-
               fatizzata scusa dell'alleanza tradita, e tanto meno l'amplificazione smisu-
               rata  data  al  successo  dell'operazione.
                    Cefalonia costituisce una brutale dimostrazione dissuasiva della Ger-
               mania verso tutti i suoi alleati e una macchia indelebile di fronte alla sto-
               ria  per il  suo  esercito.

                    Le perdite della Acqui furono elevatissime: 65 ufficiali e 1250 soldati
               caduti in combattimento;  189 ufficiali  e  5000 soldati fucilati.  Altre  mi-
               gliaia perirono per siluramento delle  navi che li  portavano nei campi di
               concentramento.

               Isole  dell'Egeo

                    In questo delicato scacchiere i tedeschi si rivelarono più lungimiran-
               ti degli Alleati, che dopo mesi si dimostrarono incapaci di un intervento
               in forze,  nonostante l'impegno e le  insistenze d~ Churchill, per l'irriduci-
               bile  opposizione  di  Roosevelt e  di  Eisenhower.
                    Ciò fu  la causa prima della  caduta di Rodi,  dove solo  pochissimi si
               opposero ai tedeschi (Pietro Carboni, Sottufficiale della Marina, sardo, al-
               h:.  testa di  pochi ardimentosi fu  l'anima della  resistenza).  In quest'area i
               tedeschi usarono  dovunque la  tattica di  impiegare gruppi sceltissimi  di









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